Partecipa a Histonium.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

SOLO 'SILENZI' E ACCUSE RIGETTATE: IN TRIBUNALE I PRIMI INTERROGATORI DEGLI ARRESTATI NELL'OPERAZIONE 'HISTONIUM 2'

a cura della redazione
Condividi su:
Si è avvalso della facoltà di non rispondere, questa mattina in Tribunale a Vasto, Michele Pasqualone, il pregiudicato calabrese ritenuto la 'mente' dell'organizzazione criminale sgominata da Procura e Carabinieri al culmine della seconda parte dell'Operazione ''Histonium'', concretizzatasi in 17 arresti ed altre 5 persone finite sul registro degli indagati. Pure Giuseppe Trentino, altra figura di spicco della 'consorteria', secondo il sostituto procuratore Anna Rita Mantini, si è avvalso della stessa facoltà. Idem Giuseppe Di Cesare. Si è invece dichiarato completamente estraneo ai fatti che gli vengono contestati Massimo Benedetti, l'agente di Polizia Penitenziaria in servizio al carcere di Vasto, ritenuto di aver fatto da tramite tra Pasqualone ed altri componenti dell'organizzazione. Assistito dall'avvocato Angela Pennetta, Benedetti è stato interrogato per oltre due ore dal Gip Caterina Sallusti alla presenza della stessa Mantini. Avrebbe fatto presente di non aver mai avuto accesso alla sezione della casa circondariale vastese in cui detenuto Pasqualone e di non avergli fornito il telefono cellulare col quale avrebbe mantenuto i contatti con l'esterno. Il rapporto con Trentino, invece, era motivato dalla conoscenza avvenuta in occasione dell'acquisto di un appartamento dal costruttore Andrea Di Lello (altro arrestato nell'operazione) con il quale Trentino lavorava. Lo stesso Di Lello ha rigettato ogni addebito. Sottoposti ad interrogatori, poi, Antonio Battista, il muratore accusato di aver partecipato ad un attentato incendiario in danno di un'autovettura della famiglia dell'imprenditore Michele Iacobucci, e Michele Fiore. Anche loro si dichiarano estranei ai fatti contestati. Ascoltato, quindi, il molisano Massimiliano Sparvieri, l'agente di commercio di Montenero di Bisaccia difeso da Marisa Berarducci. L'uomo è accusato di aver fornito alla banda le sim telefoniche utilizzate per i contatti, ma ha respinto ogni addebito. Così come l'ex agente di Polizia Claudio Zinni, per il quale l'avvocato Fiorenzo Cieri ha chiesto i domiciliari per motivi di salute.
Condividi su:

Seguici su Facebook