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INTIMIDAZIONI, ESTORSIONI E RICICLAGGIO: 'PENTOLA SCOPERCHIATA' DOPO DUE ANNI DI INDAGINI DIFFICILI E COMPLESSE

a cura della redazione
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Hanno preso avvio dopo l'attentato intimidatorio nei confronti dell'imprenditore Michele Iacobucci le indagini culminate nei diciassette arresti eseguiti questa mattina. Era il 13 febbraio 2006 quando un ordigno ad alto potenziale veniva fatto esplodere davanti la sua abitazione. A distanza di pochi giorni una prima chiamata anonima, dal tenore inequivocabilmente estorsivo. Poi la richiesta finale: 500.000 euro. E' da qui che parte l'operazione ''Histonium''. La prima parte, con nove arresti, non ha fermato il sodalizio, che ha continuato il suo 'disegno criminale'. Ed a reggere le sorti dell'associazione a delinquere c'era ed è rimasto - anche dal carcere - Michele Pasqualone, il pregiudicato calabrese da tempo trapiantato a Vasto. A fare da tramite, secondo Carabinieri e Magistratura, l'agente di Polizia Penitenziaria vastese coinvolto in questa delicata e complessa indagine. Le accuse contestate, a vario titolo, sono: associazione a delinquere finalizzata alle estorsioni, rapine, furti, incendi, porto e detenzione di armi, usura, riciclaggio e ricettazione, anche in concorso. A questa associazione erano affiliati - hanno specificato in conferenza stampa il sostituto procuratore Anna Rita Mantini, il procuratore facente funzione Irene Scordamaglia, il tenente colonnello vice comandante provinciale dei carabinieri Lino Ciccarella ed il capitano Luigi Ingrosso, responsabile del Nucleo Investigativo dell'Arma di Chieti - personaggi dell'area vastese, ma anche pregiudicati campani e calabresi, che riuscivano a costituire un gruppo ben strutturato e radicato nel territorio, che tramite estorsioni e riciclaggio di denaro illecitamente capitalizzato, riusciva ad ''aggredire e sistemarsi nel territorio d'Abruzzo, con conseguente controllo ambientale''. I primi nove arresti, già clamorosi, non hanno fermato l'attività. Anzi, già dopo qualche giorno dalle diverse esecuzioni dei provvedimenti giudiziari, un altro attentato, sempre a danno di Iacobucci, dava conto della sua continuazione. Intimidazioni, paure ed angosce. La serie proseguiva, sempre nei confronti dello stesso imprenditore vastese (un'auto incendiata, colpi di pistola esplosi contro una macchina operatrice della sua ditta, altri colpi contro la vettura della moglie). Vera e propria 'strategia del terrore'. Non solo Iacobucci nel mirino. Vi finiva anche il costruttore Filippo Molino. Il tutto, dunque, inserito in un 'disegno criminale' con la messa in pratica di attività delinquenziali - molto gravi - che erano strumentali per l'acquisizione di capitali liquidi, da riciclare successivamente - ha sottolineato la Mantini - in settori quali l'edilizia ed il commercio. Con tecniche, è stato ripetuto più volte, tipiche di ben conosciute organizzazioni malavitose. La stessa Mantini è attualmente sotto scorta per diverse minacce ricevute, acuitesi proprio dopo la prima parte delle indagini relative all'operazione ''Histonium''. ''La nostra terra d'Abruzzo è ancora una terra sana - ha detto il sostituto procuratore della Repubblica nel corso della conferenza stampa - ma questa indagine, relativamente al Vastese, in particolare, da sempre considerato a rischio, ha invece conclamato che questo rischio non era astratto, ma purtroppo reale''. Ulteriori sviluppi non sono esclusi, anzi li hanno confermati gli stessi titolari delle indagini. E potrebbero coinvolgere anche quelle persone che Carabinieri e magistrati non hanno esitato a definire ''costole deviate delle nostre Istituzioni''.
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