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Tributo a Fabrizio De André – da bambino volevo guarire i ciliegi

Appuntamento mercoledì 11 gennaio in via Adriatica a Vasto

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Ci sono notizie che non hanno bisogno di alcun giornale e «come una freccia dall’arco scocca vola veloce di bocca in bocca». Lo aveva cantato per decenni e così accadde quel triste giorno di gennaio del 1999. Quando la notizia piombò nelle case di milioni di italiani: era scomparso Fabrizio Dé Andre. Malato da tempo, pochi mesi prima il suo ultimo concerto, Faber si spense una triste mattina di ormai ventiquattro anni fa. E l’emozione, come la notizia della celeberrima “Bocca Di Rosa”, volò veloce e non si è mai fermata. 

Sono passati ormai quasi cinque lustri dalla morte del cantautore genovese ma le sue canzoni restano di una stringente attualità, ancora oggi continuano ad appassionare, ad essere cantate, conosciute anche dai giovanissimi, occasioni di ritrovo e di condivisione. Faber ha segnato un’epoca ma, allo stesso tempo, supera ogni epoca. In un’intervista disse che era stato calcolato ci volessero oltre otto ore solo per cantare tutte le sue canzoni dedicate al più nobile dei sentimenti. Ha cantato la voce di chi crede nella Pace e vuol opporsi alle guerre - tema quanto mai attuale a quasi un anno dall’attacco militare russo contro l’Ucraina e i timori di una nuova guerra mondiale – e dei senza voce che soffrono fino a cercare le morte nelle carceri – tema drammatico a pochi giorni dalla fine dell’anno che ha segnato il record di suicidi – fino all’umanità più profonda di coloro che vengono emarginati, scartati, disprezzati dalla società. 

L’anniversario della morte di Fabrizio De André ogni anno viene ricordato con eventi in tante parti d’Italia. A Vasto anche quest’anno tornerà un omaggio libero, come lo era Faber, e partecipativo. “Da bambino volevo guarire i ciliegi”, riprendendo il verso di un’altra celebre canzone, è il titolo del “libero raduno di chitarre e voci” che si terrà mercoledì 11 gennaio dalle 18.30 presso il portale San Pietro in Via Adriatica.   

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