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PORTICCIOLO TURISTICO ALLA FOCE DEL LEBBA: ALTRI DUBBI SULLA BONTA' DELLA LOCALIZZAZIONE

a cura della redazione
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Dopo l'associazione civica ''Porta Nuova'' e l'intervento di cinque consiglieri comunali in aula in un recente Consiglio comunale altri dubbi e perplessità relativamente alla localizzazione alla foce del torrente Lebba del porticciolo turistico in cantiere (di idee) a Vasto ormai da tanti anni. Li esprime, in una nota, Claudio Zimarino del Movimento ''Voto pulito per Vasto'' che ha indirizzato una serie di osservazioni al progetto alla Direzione Parchi Ambiente e Territorio Regione Abruzzo, alla Direzione Generale per la Protezione della Natura al Ministero dell'Ambiente ed all'assessore all'Ambiente della Regione Abruzzo Franco Caramanico (ormai 'ex' dopo il rimpasto di Giunta con la delega ora nelle mani di Fernando Fabbiani). Le osservazioni fanno riferimento al progetto della della società ''Porto Turistico Circolo Nautico di Vasto'' ed allo studio di impatto ambientale depositato presso la regione Abruzzo in data 11 Aprile 2008 ai fini della valutazione di impatto ambientale. ''L'area in cui verrà costruito il porto (di circa 500 posti barca) - afferma - rientra nel Sito di Interesse Comunitario di Punta Penna, che comprende oltre che una porzione di costa a sud di Punta Penna anche l'area dell'attuale Riserva Naturale Regionale di Punta Aderci, aree separate dal porto di Punta Penna. Nella sintesi non tecnica dello studio di impatto ambientale citato, non vi è stranamente riferimento alcuno al fatto che l'area in cui verrà realizzato il porto turistico rientra in un sito di interesse comunitario e che quindi esistono dei vincoli imprescindibili di utilizzazione del territorio; non viene quindi data una completa informativa al pubblico ai fini di una appropriata valutazione e partecipazione dello stesso alla procedura di approvazione del progetto. Inoltre il DPR 357/97 (regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/CEE relativamente alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali) prevede che nel caso in cui sia richiesta la valutazione di impatto ambientale, le due procedure (valutazione di impatto ambientale e valutazione di incidenza ambientale, questa prevista nel caso di siti di interesse comunitario, viaggino congiuntamente''. Per Zimarino ''la costruzione di un porto turistico all'interno della stretta fascia costiera interessata dal Sic, non tiene conto in nessun modo degli obiettivi di conservazione dell'habitat naturale, visto che chiaramente è prevista l'eliminazione di quest'ultimo''. Altro aspetto che rileva è la ''superfluità del nuovo porto turistico, visto che il piano di espansione del porto di Vasto presentato dal locale Consorzio Industriale prevede la sistemazione del porto turistico (già esistente) all'interno del porto da ampliare. Pertanto la costruzione del nuovo porto turistico sembra funzionale più che altro ad una futura espansione immobiliare nel retroterra, che a sua volta è in contraddizione con la vocazione industriale di fatto dell'area retrostante''. All'interno dello studio di impatto ambientale viene poi osservato come la foce del torrente Lebba sia infestata di erbacce e cannucce e soggetta a degrado a causa dello sversamento di acque di scarico del depuratore locale. ''In primis - aggiunge - vorremmo ricordare come gran parte degli habitat protetti dalla direttiva europea sulla conservazione degli habitat siano in qualche misura degradati e ciò costituisce il motivo per cui sono protetti dall'ulteriore degrado, in secondo luogo sfugge ai proponenti del progetto la rilevanza della zona in questione ai fini della depurazione naturale delle acque provenienti dal torrente nonché ai fini della protezione e della riproduzione della fauna. Se inoltre come affermano i proponenti del progetto, l'area in questione non riveste alcun interesse naturalistico, ci chiediamo come mai il Ministero dell'Ambiente ne ha disposto la tutela per conto della Comunità Europea? Portando alle estreme conseguenze la linea di pensiero implicita in quanto riportato sullo studio di impatto ambientale, ma mano che aumenta il degrado delle aree protette, anziché rinforzarne la protezione si dovrebbe andare verso l'eliminazione delle stesse tramite infrastrutture antropiche. Alla luce di tali considerazioni esprimiamo la nostra ferma opposizione al progetto di porto turistico presentato e chiediamo agli Enti preposti di tener conto di tali osservazioni, affinché siano prese le deliberazioni più opportune in linea con l'obiettivo delle leggi preposte alla tutela degli habitat che rischiano di scomparire''.
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