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'VOUCHER LAVORATIVI' PER LE DONNE: ENTRA NELLA FASE PRATICA IL PROGETTO DELL'ISTITUZIONE DEI SERVIZI SOCIALI

a cura della redazione
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L'Istituzione dei Servizi Sociali ha provveduto all'assegnazione di voucher lavorativi individuali (buoni economici), a seguito dell'avviso pubblico approvato dal Consiglio di Amministrazione e pubblicato nel sito del Comune di Vasto. Il progetto rientra nel Piano di Zona dei Servizi Sociali 2007/2009 dell'ambito territoriale 24 Vastese, nell'area integrazione e inclusione sociale, e tende a favorire il processo di integrazione lavorativa delle donne che per disagi personali e familiari restano escluse dal mercato del lavoro. Le donne che hanno avuto diritto all'assegno (voucher lavorativo) sono disoccupate, di età compresa tra i 25 e i 55 anni, e vivono in uno stato di disagio economico, con un reddito Isee non superiore ai 6.197 euro, residenti nel Comune di Vasto. Attraverso una apposita commissione tecnica sono state valutate le domande e assegnati dei punteggi redigendo una graduatoria, applicando i criteri stabiliti dal bando. Alle prime 40 donne della graduatoria, sono stati assegnati i voucher lavorativi. Dovranno espletare il servizio di assistenza a persone non autosufficienti, anziani e disabili, dal 1 giugno al 31 dicembre 2008 (sette mesi) per un importo di 500 euro mensili. ''Si stanno effettuando dei corsi di formazione - dichiara il presidente dell'Istituzione dei Servizi Sociali, Andrea Bischia - affinché le donne partecipanti possano apprendere le basi principali delle tecniche di assistenza e di cura della persona, svolto dal personale interno al servizio di assistenza domiciliare anziani dell'Istituzione dei servizi sociali del Comune di Vasto. Questo progetto ci permette di soddisfare due tipi di fabbisogno, uno è quello di inserimento delle donne nell'ambito lavorativo, anche in età avanzata, che vivono in uno stato di disagio economico e personale, e quindi di tutelare la loro dignità e il diritto a lavorare, l'altro è soddisfare le richieste di anziani che richiedono assistenza domiciliare presenti in lista di attesa. E successivamente aumentare le ore di assistenza alle persone che già usufruiscono del servizio, tenendo conto in primo luogo del loro reddito e in secondo luogo della patologia, ovvero della condizione psicofisica. Sarà cura dell'assistente sociale referente - conclude Bischia - individuare i beneficiari valutando attentamente la situazione degli assistiti e predisporre momenti di verifica sull'andamento del servizio attraverso visite domiciliari''.
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