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In Abruzzo primo semestre negativo per piccole imprese e artigiani

Al terzultimo posto della graduatoria nazionale

Redazione
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Dallo studio della Cna emerge la situazione delle imprese abruzzesi: nei primi sei mesi del 2022 male per le piccole aziende e gli artigiani. Segnali negativi per il settore delle manifatture. L’Abruzzo è in fondo alla classifica delle regioni

"I primi sei mesi del 2022 consegnano all’economia abruzzese una doppia diagnosi sullo stato di salute del mondo delle imprese: positivo per l’insieme del mondo imprenditoriale, ma negativo per la microimpresa e l’artigianato, se si eccettua il comparto delle costruzioni, probabilmente spinto dagli incentivi legati al “Superbonus 110%”, spiega Aldo Ronci che ha realizzato uno studio per la Cna Abruzzo (su dati elaborati da movimprese.it).

Sul piano territoriale, l’artigianato registra dati negativi in tre province: peggior dato a Teramo (-20), Chieti e Pescara decrescono entrambe di 13 unità, con l’Aquila unica provincia a registrare un incremento (+11). E quanto ai settori, in Abruzzo le imprese artigiane hanno subito le variazioni negative più consistenti, nello stesso arco di sei mesi, in quattro settori: manifatturiero (-74), con picchi particolarmente significativi nell’alimentare (-21), prodotti in metallo (-16) e le industrie del legno (-9), oltre a trasporti (-27), ristorazione (-20), riparazioni di auto e prodotti per la casa (-15). Mentre al contrario crescono le costruzioni (+70, ben 36 delle quali nell’Aquilano), le attività di pulizia e giardinaggio (+23) e i servizi per la persona (+15).

"Nel primo semestre 2022 - spiega Ronci - le iscrizioni totali delle imprese sono state 4.025, con 3.763 cessazioni, con un incremento pertanto di 262 unità. Ma non va così nell’artigianato, dove le iscrizioni sono state 951 e le cessazioni 986, con una perdita di 35 unità. A voler vedere il bicchiere mezzo pieno, va anche detto che il risultato è il meno negativo degli ultimi cinque anni».

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