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Quanti passi bisogna compiere per arrivare alla libertà?

“La ragazza con lo zaino verde”: una storia di ribellione in memoria della Shoah

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Nel patrimonio librario della Biblioteca Comunale di Cupello non possono mancare racconti aventi come protagonista la Shoah, storie che rievocano la persecuzione e il genocidio degli ebrei, ad opera dei nazisti, durante la Seconda Guerra Mondiale.

Tra questi vi è “La ragazza con lo zaino verde” di Elisa Castiglioni, una lettura piacevole, leggera ma allo stesso tempo carica di significato e di innumerevoli spunti di riflessione, consigliata soprattutto per i ragazzi.

Elisa Castiglioni, è una scrittrice che da anni si occupa di multiculturalità con l’obiettivo di demolire, appunto, le barriere culturali. Nel suo libro, infatti, racconta una storia incredibile che proviene dal passato della sua famiglia, nello specifico di suo nonno, e da quello di quanti hanno deciso di ribellarsi ad un regime oppressivo che metteva a tacere chiunque lo contrastasse.

La protagonista è una quattordicenne di nome Alida: quando la conosciamo è in procinto di partire per la colonia estiva. Siamo nel 1938 in provincia di Varese. È una ragazza dallo sguardo limpido, fiera di essere una Giovane Italiana, come si evince dalle prime pagine, orgoglio dell’Italia fascista:

“…alcune ragazze si sfilano le scarpe e corrono verso il bagnasciuga. Le guardo e penso che sono contenta di essere qui con loro…siamo più che amiche, siamo compagne. Abbiamo giurato di prenderci cura l’una dell’altra, di sacrificarci per il gruppo, di essere generose, corrette e disciplinate. Lo abbiamo promesso solennemente davanti alla nostra caposquadra e a noi stesse. <>, ci ripete spesso lei. Ogni volta che siamo insieme sento di essere parte di qualcosa di grande…”

Da queste semplici parole ci rendiamo conto di quanto, nei primi anni Quaranta, tutto sembrasse andare per il meglio: l’impero fascista è al massimo del suo splendore, si va in vacanza al mare e al lago, si fanno parate e si studiano le vittorie; ognuno è preso dalla propria vita, incurante o inconsapevole dell’odio che bussa, indisturbato, alle porte di coloro i quali non sono ritenuti all’altezza, semplicemente, di vivere.

Parliamo di un regime che si è insidiato nella mente delle persone, molte delle quali, offuscate, avevano una percezione della realtà estremamente diversa da quella che poi era. Un regime che, divenuto a tutti gli effetti una realtà che abbracciava ogni settori della vita, ha studiato numerosi interventi necessari per il raggiungimento dei propri fini anche in ambito scolastico, apportando cambiamenti sugli spazi educativi e scolastici dei ragazzi, creando contenuti formativi sempre più ispirati agli ideali fascisti al fine di istruire  “giovani soldati” pronti, un giorno, a servire lo Stato nel processo di espansione del neo-nato impero.  La Castiglioni, dunque, dona una “lente d’ingrandimento” alla giovane Alida per portare il suo e i nostri sguardi su particolari che, se non prestassimo la giusta attenzione, potrebbero sfuggirci

 È con il suo ritorno a scuola che il mondo di Alida inizia a sgretolarsi: la sua migliore amica, Miriam, non può frequentare l’istituto magistrale perché ebrea e sta per scappare in Svizzera con la famiglia:

“…<< Lo so, ma che ci vuoi fare? Ci pensa mia mamma a farci lezione.>> Miriam scrolla le spalle. <>  <>  <> Già. Nemmeno Camilla lo è stata con lei. O alla colonia la signorina Ludovica. Rivedo Miriam in ultima fila mentre andiamo in piazza a festeggiare il compleanno del Duce, e poi sulla spiaggia esclusa dalla fotografia di gruppo. Mi sento triste e in colpa verso di lei. Non posso credere di non aver visto tutto questo mentre stava succedendo davanti ai miei occhi, e provo una rabbia sottile che mi si riversa contro, perché non vedere le cose sbagliate mentre accadono forse non è molto diverso dal commetterle…”

Inoltre Alida scopre che suo padre, medico, frequenta un gruppo di antifascisti che si nasconde in chiesa e che la sua amata zia Isabella, giornalista sportiva, è stata chiusa in manicomio per aver assunto un atteggiamento critico verso il Duce, per essersi, dunque, opposta al regime. Inizia così il viaggio, per la protagonista del romanzo, verso una presa di coscienza dei lati oscuri che avvolgono il fascismo, un viaggio alla scoperta di se stessa:

“…Fino a qualche settimana fa la mia vita mi sembrava quasi perfetta…e adesso non so più a chi credere o cosa credere…Se siamo quello in cui crediamo, da oggi io sono niente. E quando sei niente puoi rischiare tutto…Mi vergogno di essere stata premiata da un sistema corrotto e violento, lo stesso che ha rinchiuso mia zia in manicomio. E vorrei urlarlo in faccia a tutti che io, Alida Aspesi, sarò pure nata fascista perché non ho avuto scelta ma adesso, che so come stanno le cose, che i miei occhi davvero vedono, io scelgo di non esserlo. Non so ancora bene chi sono, ma di certo non sono questa divisa…”

Con l’obiettivo di migliorare se stessa per cambiare la cruda realtà che la circonda, Alida riuscirà a far scappare sua zia dal manicomio, riuscirà a salvarle la vita e ad impedire che molte altre persone fossero vittime del fascismo. La sua testimonianza sarà di ispirazione per quanti hanno il desiderio di adoperarsi attivamente per cambiare il mondo.

 

Oggi, 27 gennaio, giorno in cui, nel 1945, le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz, si celebra la Giornata della Memoria, per ricordare i milioni di ebrei, zingari e disabili sterminati per motivi razziali. Si parla, comunemente, di Shoah perché il termine ebraico significa proprio catastrofe, pioggia devastante.

Per l’occasione, la scelta è ricaduta su questo libro che altro non è che la storia di una ribellione, uno stimolo a lavorare su noi stessi per essere delle persone migliori, per fare la differenza anche a piccoli passi.

Il senso di questa giornata non è semplicemente “ricordare per non dimenticare”, il vero scopo è quello di riportare alla luce episodi oscuri dai quali possiamo imparare per prestare maggiore attenzione al prossimo, evitando di danneggiarlo e di ferirlo.

Il Passato, nel bene e nel male, è una risorsa, è una fonte inesauribile di conoscenza; ed è solo riscoprendolo che possiamo sensibilizzare le generazioni future affinché catastrofi di questo genere non si ripetano più.

Elisa Castiglioni, attraverso il suo libro, ci chiede quanti passi dobbiamo compiere per arrivare alla libertà: la verità è che possiamo scegliere di essere liberi ogni giorno, possiamo scegliere la luce ogni singolo giorno, un passo alla volta, percorrendo “Via della Cosa Giusta”. Sarà la strada più tortuosa, con maggiori ostacoli ma, senza dubbio, la più appagante.

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