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Traduzioni siti web: quattro errori da evitare e come farlo

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Traduzioni siti web: quali sono gli errori più comuni e da evitare a tutti i costi? Da un inglese piuttosto maccheronico alla convinzione che si debba partire sempre e comunque proprio dal tradurre in inglese, i passi falsi a cui rischia di andare incontro chi decide di avventurarsi nelle traduzioni aziendali sono numerosi e tutti ugualmente gravi se se ne considera l’impatto sulle possibilità di raggiungere un pubblico globale. Ne abbiamo selezionati quattro e provato a suggerire qualche rimedio pratico.

Quattro errori comuni nelle traduzioni dei siti web

Forse il più macroscopico degli errori che si compiono nelle traduzioni dei siti web è considerare solo la lingua e non anche che a lingue diverse spesso corrispondono culture diverse, bisogni e abitudini di consumo diversi. In altre parole prima di – e forse più che – tradurre un sito web, bisognerebbe localizzarlo. Vale soprattutto per quelle lingue come l’inglese, il francese, lo spagnolo, il portoghese, parlate in molti paesi diversi tra di loro. Chi ha un po’ più di familiarità con questo mondo sa benissimo che l’inglese britannico è cosa molto diversa dall’inglese americano, così come il portoghese parlato in Brasile non è lo stesso di quello parlato in Portogallo: come si può presumere, quindi, che una traduzione che vada bene per i clienti inglesi sia adatta anche per quelli americani e via di questo passo? Una delle prime considerazioni da fare quando ci si approccia a tradurre contenuti e materiali aziendali è insomma a chi ci si rivolge, chi sono le personas che frequenteranno il proprio sito.

Restando in tema di scelte strategiche, è fondamentale decidere fin da subito anche se fare in modo che a seconda della posizione geografica da cui si accede o delle impostazioni salvate se ne visualizzi la versione in una lingua piuttosto che un’altra, o se invece di fatto costruire più versioni “coesistenti” del proprio sito in lingue diverse. È una valutazione, questa, che andrebbe fatta coinvolgendo anche i propri esperti o consulenti SEO: nelle traduzioni sito web, del resto, l’ottimizzazione per i motori di ricerca non è certo un aspetto da trascurare anche in considerazione del fatto che cambiano di paese in paese le ricerche più frequentemente effettuate su Google e simili e che è necessario padroneggiare queste dinamiche per farsi trovare tra i primi risultati.

Allo stesso modo non si dovrebbe tradurre un sito web senza coinvolgere il reparto IT o chi si è occupato della sua realizzazione: ci sono aspetti nella costruzione di un sito web, infatti, che sono molto meno solo formali e tecnici di quanto si pensi e che contribuiscono invece alla sua perfetta usabilità.  Scopri di più sul  perché quello dei professionisti delle traduzioni di siti web è per necessità un team “allargato”, che richiede competenze che vanno dalla conoscenza della lingua al contesto culturale fino alla SEO e alla user experience.

Quali contenuti tradurre? o quali contenuti tradurre prima? può essere, infine, un dubbio legittimo per chi per la prima volta si approcci alla traduzione di un sito web. La risposta più onesta è tutti e quanto prima possibile: ci sono studi, infatti, secondo cui il tempo di permanenza degli utenti e la loro propensione a compiere azioni concrete come eventualmente acquistare si riducono notevolmente se non trovano contenuti nella loro lingua o in lingue che comprendono. Attenzione soprattutto a menù, sezioni, categorie, form di contatto, footer che rischiano di essere i grandi dimenticati della traduzioni siti web.

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