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“Riecco gli assembramenti estivi! Ma il pericolo viene veramente dalla scuola, specialmente quella superiore?”

L'opinione di Maurizio Vicoli

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Stiamo vivendo la seconda estate di Covid. Lo scorso anno abbiamo pagato a caro prezzo l'abbassamento della guardia con un "liberi tutti" necessario a far respirare l'economia turistica. Il prezzo più alto però è stato pagato dai ragazzi delle scuole superiori che, dopo appena un mese dalla riapertura, si sono visti nuovamente relegati in Didattica a Distanza (Dad) per i 2/3 dell'anno scolastico.

Lo stesso scenario rischia di ripetersi tra meno di un mese, quando il 13 settembre riapriranno le scuole abruzzesi.

Nella gestione del "Covid-scolastico" emerge per l'ennesima volta il brutale modello culturale che è dilagato, senza alcun freno, dalla Caduta del Muro di Berlino ad oggi.

Se ci si riflette, sia il governo Conte2 che il governo Draghi hanno agito badando esclusivamente ai costi economici della pandemia. Hanno subito riaperto le fabbriche, anzi alcune non hanno mai chiuso, poi i negozi ed infine la scuola, ma quali scuole? Soltanto quelle funzionali a garantire le attività produttive. Così se lo scorso anno scolastico le superiori hanno serrato immediatamente i propri cancelli, quelli delle elementari e medie sono restati aperti, perché evidentemente serviva un servizio "baby - sitter" gratuito per i genitori che dovevano andare a produrre. Prova di quanto stiamo dicendo, risiede nel fatto che, nel periodo più critico dei contagi, hanno sospeso le lezioni in presenza per i ragazzi di 2^ e 3^ media, abbastanza grandi per restare da soli a casa, ma non quelle dei bambini frequentanti dalla 1^ elementare alla 1^ media.

Una domanda allora sorge spontanea: ma i pesanti costi psicologici e di crescita umana di un'intera generazione di adolescenti, perché si è adolescenti durante l'intero percorso delle scuole superiori, non hanno alcuna importanza?

Anzi, magari secondo la logica del nostro modello economico le migliaia di ragazzi colpiti da attacchi di panico, con incapacità di stare insieme ai coetanei, o di vera e propria agorafobia, paura cioé di attraversare piazze o vasti luoghi aperti, fanno girare l'economia e fanno crescere il PIL nel momento in cui dovranno ricorrere, chi potrà permetterselo, alle cure di uno psicologo.

O più semplicemente, il disagio di questi adolescenti sono semplici controindicazioni di un sistema di sviluppo, quello capitalistico, che è il migliore dei sistemi possibili, anche se sta creando catastrofi ambientali, che, probabilmente, sono importanti per il rilancio di un'economia, quella occidentale, con tendenze sempre più marcate alla stagnazione. Insomma, come per Hegel la guerra era indispensabile perché salvava lo stagno dell'umanità dalla putrescenza e costituiva il motore per i grandi cambiamenti della Storia, certamente c'è chi vede nei disastri ambientali, nonostante le numerose vittime, un motore per l'Economia della Ricostruzione e con essa magari un nuovo boom economico, come accadde alla fine della Seconda guerra mondiale.

Credete che io stia esagerando? Sbaglio o ci sono stati galantuomini che a pochi minuti dal terremoto Dell'Aquila hanno gioito e brindato ai loro imminenti lauti guadagni? Dopo tutto, come si dice, "Mors tua, vita mea".

 

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