Abolire la caccia non significa impedire il controllo di animali endemici come i cinghiali, che in Italia erano estinti e sono stati reintrodotti proprio dalle associazioni venatorie, con modalità errate e superficiali.
Nel nostro bel paese, molti non sanno, si allevano cinghiali, legalmente o illegalmente; è chiaro che qualcosa non torni, se si continuano ad allevare animali ritenuti nocivi e in sovrannumero! Questi, giunti all'età utile e dopo aver preso il cibo dalla mano dell'uomo, quindi ormai confidenti, vengono deliberatamente rilasciati nei boschi, proprio per avere una motivazione plausibile nel perpetrare un'attività pericolosa e inutile: la caccia!
Non temono l'uomo e si avvicinano ai centri abitati perché proprio l'uomo è stato colui da cui hanno appreso i primi insegnamenti.
La caccia, oltre che un'immensa bugia per le ragioni di cui sopra, si è già dimostrata assolutamente inadeguata come sistema di controllo dei cinghiali e molte sono le ricerche che lo dimostrano, se i fatti non fossero sufficienti (dopo mezzo secolo che si spara a tutto ciò che respira, se questi animali non fossero continuamente reintrodotti in natura da terzi, sarebbero estinti già da quel dì, come già successe anni e anni or sono).
Se i cacciatori non uccidessero volutamente "la matriarca" (femmina produttiva che dà alla vita i cuccioli, tenendo a bada l'estro delle altre femmine giovani del suo clan), questi animali sarebbero probabilmente decimati nel giro di un anno. Ma a parte "la grande bugia", è evidente che una soluzione vada assolutamente trovata, e nel frattempo le istituzioni regionali devono farsi carico dei danni provocati dagli animali selvatici che per legge sono di loro pertinenza e responsabilità.
Fino a ora molte regioni, come la nostra, hanno dormito approfittando dell’impunità di cui godono per i danni causati, ma ora è necessario che la pressione dell’opinione pubblica si faccia pesantemente sentire e imponga alle istituzioni un'azione scientificamente approvata e diversa dalla solita inutilissima caccia di selezione.
Vanno promosse class actions per il risarcimento dei danni causati ai contadini, e ai cittadini che hanno subito attacchi, in modo da far comprendere ai burocrati che se non affronteranno efficacemente il problema - e non attraverso la caccia, che oltre a non produrre risultati ha peggiorato immensamente le cose - si vedranno sommersi da richieste di danni più onerose dei costi di sterilizzazione e creazione di riserve dove trasferire i cinghiali prelevati dal territorio.
Dovranno imporre alle forze dei Carabinieri Forestali di assistere la popolazione in caso di avvistamento in zone popolate e di non fare più orecchie da mercante o accampare scuse ad ogni chiamata.
Il problema non siamo noi animalisti, e la soluzione non è la caccia senza quartiere tra le case e per le vie cittadine, ma nemmeno nei campi e negli orti: la soluzione sta nel riportare i cinghiali in zone di riserva recintate, dove in caso di sovrappopolazione l’unica soluzione per questi animali sia la loro innata capacità di limitare le nascite in funzione delle risorse disponibili.