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Economia digitale: l’antidoto alla crisi e alla pandemia

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L’economia digitale si sta rivelando l’unico antidoto contro la pandemia e la crisi che ha colpito duramente nell’ultimo anno. Le start up e le piccole medie imprese nel campo dell’innovazione, della tecnologia e della digitalizzazione sono le uniche a crescere e dare lavoro a giovani e donne, due delle categorie maggiormente entrate in crisi negli ultimi 365 giorni. Sono proprio le nuove imprese attive in settori strategici come questi a fare da traino alle altre aziende classiche che fanno più fatica e arrancano durante la situazione pandemica. Essendo un momento inaspettato e improvviso, nessuno ha gli strumenti per affrontarlo ma pare che l’alto grado di innovazione faccia la differenza tra chi ce la fa e chi invece perde fatturato.

Un sistema economico vincente

Un punto di osservazione interessante per valutare il mercato dell’economia digitale è sicuramente la zona del milanese dove le aziende 2.0 si moltiplicano e, di conseguenza, anche gli occupati. Se è vero che la cancelleria è veramente indispensabile in azienda, lo stesso vale per il tasso di innovazione e digitalizzazione. Negli ultimi tre anni l’aumento complessivo delle aziende digitali è oltre il 10%, testimonianza di un’economia in grado di creare un sistema per fare impresa. Il motore del cambiamento è rappresentato proprio dalle start up e piccole medie imprese capaci davvero di portarea una transizione tecnologica, proprio come vorrebbe l’attuale governo che ha dedicato a questo tema addirittura un ministero. A beneficiarne non sono solo le aziende coinvolte ma l’intero sistema che regge meglio il colpo della crisi.

I numeri del settore dell’economia digitale

Quando si parla di economia digitale, si fa riferimento ad imprese che si dedicano per il 46% alla programmazione di software e la consulenza informatica, il 6,5% nelle telecomunicazioni, per il 31% ai servizi per il Web, il 17% all’e-commerce. Si tratta quindi di servizi immateriali e virtuali in grado di produrre un ricavato che si aggira intorno ai 46 miliardi di euro. In controtendenza anche gli aspetti occupazionali visto che la forza lavoro nel settore digitale è aumentata del 4,5%, dove si registrano dei picchi proprio nell’area metropolitana di Milano.

Interessanti anche i numeri che riguardano l’occupazione dei giovani e donne. Se in tutti gli altri settori economici queste due categorie sono state messe alla porta, le nuove imprese digitali condotte da giovani sono oltre l’11% del totale. L’imprenditoria femminile in questo settore conta una fetta che va oltre il 18%.

Il modello lombardo e milanese

Tutto il cluster digitale può contare nella regione Lombardia su un hub dedicato che propone servizi su misura e iniziative per stimolare la nascita di nuove start up e imprese ad alto contenuto tecnologico e innovativo. Concretamente, si possono quindi trovare non solo informazioni e assistenza dedicata ma anche supporto per individuare partner a sostegno dei propri progetti. Negli ultimi tre anni sono stati dedicati questo progetto di sostegno oltre 20 milioni di euro, un investimento che ha sicuramente ripagato.

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