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Via Verde della Costa dei Trabocchi e il rischio dell'"opera incompiuta"

Taglieri (consigliere regionale M5S): si metta fine al "groviglio di burocrazia e rimpalli di responsabilità"

redazione
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"La Via Verde rischia di diventare una delle più grandi e costose opere incompiute di Regione Abruzzo. Invece di dare seguito a un progetto che ha già dimostrato di saper attirare turismo, visibilità e sviluppo, la Giunta Marsilio continua a perdere tempo. Si punta più sull’inaugurazione di brevi tratti, buona giusto per qualche foto sui social e un paio di slogan, che sul portare a termine un progetto ambizioso".

Sono le parole del consigliere regionale M5S Francesco Taglieri, che critica apertamente l'operato dell'amministrazione regionale, mettendo in evidenza le problematiche più gravi. “È ormai emerso un groviglio di burocrazia e rimpalli di responsabilità che stanno rallentando l’opera. A partire dai regolamenti per l’assegnazione degli spazi, finiti al centro di polemiche tra enti pubblici e associazioni ambientaliste, passando poi per le strutture direttamente collegate con la pista ciclabile, come le stazioni ferroviarie dismesse, finora escluse dalle convenzioni e dai progetti”.

“Senza dimenticare le innumerevoli criticità strutturali, come quelle che si trovano nelle sette gallerie presenti sul tracciato. Solamente lo scorso anno - rimarca il consigliere regionale pentastellato - ci si è accorti che in alcune di esse ci sono infiltrazioni di acqua che possono metterne a rischio la stabilità. Così come è inspiegabile il motivo per cui, a oggi, da progetto è prevista l’illuminazione solamente di una di queste, mentre delle altre non sappiamo cosa ne sarà. Sono le cause scatenanti del continuo balletto tra aperture e chiusure delle gallerie, che potrebbe avere la conseguenza di aumentare ulteriormente i costi di realizzazione definitiva”.

“Ma i guai non finiscono certo qui – incalza ancora Taglieri – perché anche l’asfalto presenta gravi lacune, a partire dalla mancata bonifica del terreno. In alcuni tratti, addirittura, si sarebbe dovuto prevedere l’uso di geotessili, mentre il capitolato prevedeva la sistemazione e la riprofilatura delle scarpate, con la sostituzione della vegetazione a bordo pista con ‘macchia arbustiva mediterranea’. Un aspetto particolarmente importante pensando all’impatto sulla manutenzione, che tuttora non si è stabilito in capo a chi sia. Il tratto compreso tra Torino di Sangro e Casalbordino, inoltre, vede la pista correre in sede promiscua sul lungomare, con una carreggiata stretta e a doppio senso di circolazione, e auto parcheggiate su entrambi i lati. Uno scenario che lascia più di qualche dubbio in materia di sicurezza”.

“Le scusanti – conclude Taglieri – cercate dagli amministratori per giustificare i ritardi nella soluzione dei problemi, a partire dall’emergenza pandemica, non sono accettabili. La Via Verde può rappresentare un volano di crescita unico per la nostra Regione e ancora oggi non è niente più che un cantiere a cielo aperto”.

 

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