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La novena di Natale alla Chiesa del Carmine, anche quest’anno grande presenza di fedeli

Un’antica tradizione che si rivela un’opportunità per vivere con maggiore intensità i giorni che precedono il Natale

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A Vasto c’è un’antica tradizione, la «Novena di Natale», una preziosa eredità che la Chiesa consegna con grande fiducia e semplicità e che viene rinnovata anche quest’anno a Vasto sia nella Chiesa dell’Incoronata che nella Chiesa del Carmine. Per i nove giorni che precedono il Natale alle 5,30 c’è l’appuntamento in chiesa per la recita del Santo Rosario che culmina nel canto delle litanie in latino. Alle 6,00 segue la Celebrazione Eucaristica che si conclude con la preghiera settecentesca di Sant'Alfonso Maria de' Liguori.

La frenesia mondana, anche in tempi di pandemia, non distoglie i numerosi fedeli da questo prezioso momento di preparazione alla Celebrazione della Natività del Signore. Don Gianfranco Travaglini, parroco della Concattedrale di San Giuseppe, racconta che è a partire dal 2007, anno di riapertura al culto del sacro tempio della Chiesa del Carmine, che Don Giovanni Pellicciotti ha fatto la scelta di ripristinare l’antica tradizione della novena di Natale con la sorpresa della grande partecipazione, incrementata negli anni. Si è rivelata un’opportunità preziosa di vivere con maggiore intensità i giorni che precedono la solennità del Santo Natale, facendo esperienza del sacrificio di alzarsi presto, che costituisce un tratto distintivo della pietà cristiana.
Ci sorprende, dice Don Gianfranco Travaglini, che in una società come la nostra, tantissimi fedeli, anche in questi giorni, facciano la scelta di svegliarsi prima dell’alba, per vivere questa forma di preghiera dove viene coinvolto il sacrificio corporale, come ci sorprende che ci sia nei nostri tempi la ricerca della preghiera nel pellegrinaggio a piedi. Questa forma di novena coinvolge il sacrificio corporale, nella spiritualità c’è questa esigenza, ma non per accontentare Dio. Si offre il proprio sacrificio per dire che quello che stiamo facendo è una cosa importante per noi, che ci dà forza, per dire a noi stessi che quello che Dio ci sta donando nella preghiera è importante.

Papa Francesco ricorda che la fede per tradursi in atti concreti ha bisogno di opere di misericordia corporale e spirituale per risvegliare la nostra coscienza spesso assopita. Nell’udienza generale richiamando al valore del Natale ha detto che il senso vero del Natale è quello vero, cioè la nascita di Gesù Cristo.

“Chi prega, dice il Papa, non lascia mai il mondo alle sue spalle. Se la preghiera non raccoglie le gioie e i dolori, le speranze e le angosce dell’umanità, diventa un’attività “decorativa”, un atteggiamento superficiale." Quest’anno anche se ci attendono restrizioni e disagi dobbiamo farci guidare e sostenere dalla fede, dalla speranza e dall’amore per un Natale più autentico, più vero, più religioso, uscendo dalle logiche del consumismo.

 

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