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FURTO IN MUNICIPIO, GLI AUTORI IDENTIFICATI A DISTANZA DI OTTO ANNI

a cura della redazione
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Ci sono voluti quasi otto anni, ma alla fine sono stati comunque identificati gli autori del furto compiuto il 14 novembre del 2000 al municipio di Vasto quando dall'Ufficio Anagrafe e dall'Ufficio Economato ignoti, oggi non più tali, sottrassero ben duemila carte di identità in bianco, la somma di 108 milioni di lire, contenuta in 275 buste che venivano abbandonate in una sala adiacente la sala consiliare, ed alcuni oggetti in oro. A permettere agli agenti del Commissariato di Polizia di Vasto di dare un nome a quei ladri sono stati i progressi in campo tecnologico avutisi negli ultimi anni. Una volta scoperto il furto, le buste dove contenuto il denaro trafugato venivano sequestrate dalla Polizia Scientifica che su di esse rilevò alcune impronte papillari palmari. ''Nonostante il lungo tempo trascorso - spiega il dirigente del Commissariato, Cesare Ciammaichella - il furto è stato tenuto in debita considerazione dai nostri operatori perché potenzialmente molto pericoloso. Non a caso, la verosimile futura contraffazione delle carte di identità derubate, poteva essere la premessa per la commissione di ben più gravi reati, soprattutto in materia di terrorismo o di truffe''. Le impronte rilevate, all'inizio, non furono sufficientemente chiare per arrivare ad una comparazione positiva nell'ambito del casellario centrale di identità. Ma grazie all'evoluzione tecnologica di questi ultimi anni è stato possibile ottimizzare le linee dell'impronta ''ripulendo l'immagine con una nuova tecnologia laser - aggiunge Ciammaichella - relativa anche alle impronte palmari, oltre che digitali, che va ad aggiungersi alla banca dati del sistema informatico Afis e permette agli operatori del sistema una ricerca automatica sicuramente più completa che in passato. Questo nuovo sistema informatico ha, quindi, riesaminato, analizzato e definito le caratteristiche delle impronte relative agli autori del furto in questione che nel frattempo erano stati fotosegnalati in altri uffici di polizia''. L'esame minuzioso dei particolari e la successiva comparazione ha permesso di dare un'identità agli autori, G.C. e M.S., entrambi napoletani, più volte denunciati per reati dello stesso tipo. Alla luce del passato criminale dei due sono state richieste misure restrittive della liberta personale.
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