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L’importanza di internet ai tempi del Coronavirus

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Quando si parla dell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo ormai dallo scorso febbraio, è doveroso aprire una parentesi relativa all’importanza del web in una quotidianità che, da una settimana con l’altra, è stata totalmente sconvolta.

Covid-19: come ha cambiato l’e-commerce

L’emergenza sanitaria ha cambiato radicalmente il modo di approcciarsi a internet. Nei mesi di lockdown compresi tra marzo e maggio 2020, gli italiani hanno utilizzato tantissimo per richiedere servizi di varia natura. Tra questi è possibile citare, in linea con le tendenze mondiali, la cartomanzia (a dimostrazione del successo di questo ambito, è possibile citare i numeri, altissimi, di portali come cartomanzia365.it).

Un doveroso cenno deve essere però dedicato all’e-commerce, la cui crescita è uno degli aspetti più interessanti di questo anno oggettivamente unico. Interessanti a tal proposito sono i dati dell’Osservatorio e-commerce B2C, che hanno fornito una stima della crescita degli acquisti online negli ultimi mesi.

Grazie al periodo di restrizioni sociali della primavera 2020, l’indotto dell’e-commerce è cresciuto di 4,7 miliardi rispetto al 2019. Quali sono i settori che hanno trainato di più? In primo piano troviamo il food & grocery, seguito dall’arredamento. Nelle posizioni successive, possiamo trovare diversi altri settori, come per esempio il pharma e, per forza di cose, lo sport e il fitness, mondi che si sono trasferiti tra le mura di casa.

Questo scenario ci ricorda una cosa su tutte l’e-commerce, che nel 2020 è stato interessato da un balzo impensabile fino a pochi anni fa, funge da trascinatore dei consumi in un’Italia che sta vivendo una crisi diversa da tutte quelle precedenti.

Come in tanti altri casi, non è tutto oro ciò che luccica. Lo scenario del web nell’Italia del Coronavirus, infatti, è caratterizzato da una problematica non indifferente. Di cosa stiamo parlando? Dei 3,5 milioni di italiani che non possono accedere a internet.

I dati del rapporto Censis

A fotografare lo scenario sopra ricordato si ha pensato il rapporto Auditel-Censis, grazie al quale è stato possibile presentare in Senato dei dati a dir poco eloquenti. Nel nostro Paese, sono 3,5 milioni le famiglie che non accedono a internet.

Si tratta di persone che, nel corso dei mesi del lockdown, si sono trovate impossibilitate a gestire diverse attività importanti, come per esempio la didattica a distanza e lo smartworking.

Questo quadro, è stato definito il vero distanziamento sociale in un contesto di emergenza che, come già ricordato, vede il web assumere un ruolo sempre più centrale.

Un cambiamento epocale

Nei mesi dell’isolamento di primavera 2020, l’Italia ha fatto un salto che, ribadiamo, era inimmaginabile fino a poco tempo fa. Tornando un attimo al caso dell’e-commerce, è opportuno fare presente che, se fino all’anno scorso era considerato un canale secondario, oggi come oggi è diventato un driver determinante per la digital strategy e per ogni passo che i brand fanno nell’interazione con i consumatori.

Per quanto riguarda i dati, è interessante il fatto che settori più maturi per quanto riguarda il presidio del commercio online siano cresciuti a un ritmo meno sostenuto rispetto agli altri. Questo vale per l’informatica, da diversi anni al centro dell’attenzione quando si parla di scelte degli italiani che acquistano online, ma anche l’abbigliamento e i libri. Un lato oggettivamente positivo riguarda la maggior fiducia dell’utenza verso i pagamenti digitali.

Siamo quindi di fronte a un’innovazione di processo che, si spera, possa portare, a crisi finita, a un’Italia capace di scalare le posizioni in Europa e non solo per quanto riguarda la digitalizzazione.

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