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L'appello: "Salviamo l'antico Arco di San Biagio"

La struttura, cinquecentesca, è in grave stato di abbandono e a rischio crollo

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E' ormai passato un anno dal giorno in cui un crollo di mattoni dalla volta provocò il transennamento del cinquecentesco Arco di San Biagio sito a Vasto lungo la via omonima. Ad oggi, nonostante le promesse di richiesta d'intervento "urgente" alla Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio d'Abruzzo da parte del Comune di Vasto, non si è mossa una pietra per la messa in sicurezza e il restauro dell'antico Arco con il ripristino della sicura viabilità per i residenti.

Secondo gli storici l'Arco di San Biagio, probabilmente ricavato da una chiesetta o un'edicola in onore del Santo taumaturgo armeno, delimitava anticamente uno degli ingressi periferici alla città di Histonium, l'odierna Vasto.

Il suo valore è inestimabile.

Attualmente il monumento desta in gravissimo stato di abbandono e subisce ripetuti atti di vandalismo e deturpazione, il suo crollo è imminente ed è necessario un intervento urgente al fine di scongiurare la perdita di un simbolo della memoria di tutta la città di Vasto, non solo del quartiere dal cui Arco prese il nome.

Invito gli studiosi, gli storici e tutti coloro che hanno a cuore il bene artistico e architettonico della nostra città ad accendere un faro di speranza per la salvezza dell'Arco di San Biagio e la riqualificazione culturale della zona attraverso ricerche e studi mirati.

Ho letto sui vari siti di informazione che quest'anno, a causa delle problematiche relative al Coronavirus, è stato disdetto lo spettacolo dei fuochi d'artificio in onore del nostro patrono San Michele. Bene, lancio la "palla" al Sindaco dott. Francesco Menna e all'Assessore alla Cultura dott. Peppino Forte: utilizziamo i fondi risparmiati per i festeggiamenti civici del nostro amato Arcangelo per il restauro dell'antico Arco di San Biagio e di altri piccoli beni culturali della nostra città che necessitano di interventi indifferibili. La cura che dimostriamo nei confronti della nostra memoria rappresenta il bene che la Res Publica nutre nei confronti dei cittadini perché la bellezza è un amore che ci è stato donato e che si dona attraverso un seme di memoria da piantare nel cuore delle future generazioni.

Confido in una risposta vivida e positiva da parte delle Istituzioni a questa mia richiesta, sono certo che il mio appello non rimarrà inascoltato.

Con cordialità, Michele Cinquina

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