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Intervengono per una lite in famiglia e trovano tre chili e mezzo di droga

Carabinieri in azione, 44enne arrestato con le accuse di maltrattamenti e detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti

redazione
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Ieri sera i Carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile di Vasto, unitamente a quelli della Stazione di Cupello, a seguito di segnalazione alla centrale operativa di un'accesa lite in famiglia in corso a Vasto, intervenivano presso l’abitazione della coppia.

Viste le condizioni della donna, veniva richiesto l’intervento del 118 e il supporto della Polizia Locale. La stessa donna, già in passato vittima di percosse, veniva accompagnata in ospedale con il riscontro di â€œecchimosi diffuse, contusioni multiple, ferite superficiali da punta di coltello al braccio e stato ansioso reattivo" ed una prognosi di 7 giorni.

I militari, nel sospetto che in casa potessero essere occultate delle armi, eseguivano un'accurata perquisizione personale, veicolare e domiciliare a carico di S.D., classe 76, già gravato da precedenti.

All’esito di una lunga ed accurata attività di ricerca che si estendeva su tutta la proprietà dell’uomo, comprendente anche varie rimesse di attrezzi, svariati veicoli e un’estesa porzione di terreno incolto, pur non trovando in un primo momento oggetti atti ad offendere di sorta, venivano rinvenuti, nascosti tra i rovi della campagna, all’intero di un bidone nero: 4 grossi involucri contenenti sostanza stupefacente del tipo marijuana, del peso di circa 0,5 kg l’uno. Ritenendo che presso quell’abitato, potesse trovarsi ulteriore sostanza stupefacente, i militari proseguivano nel passare al setaccio tutta la proprietà dell’uomo. Saliti sul
tetto dell’abitazione, si accorgevano che il comignolo era coperto da un pesante mattone. Rimosso l’ostacolo e fatta luce all’interno del fumaiolo, rinvenivano due grosse buste, entrambe piene di ulteriori sacchetti termo-sigillati, contenenti un altro kg circa di marijuana, per un totale di kg 3.100 circa, sostanza che l’interessato riferiva essere legalmente detenuta in quanto non drogante in base al principio attivo contenuto.

Successivamente veniva rinvenuto anche un grosso coltello da cucina, verosimilmente utilizzato nel corso dell’aggressione, anch’esso sottoposto a sequestro.

S.D., veniva dunque accompagnato in caserma e, terminati gli atti di rito, veniva dichiarato in stato di arresto, e trattenuto negli uffici della locale Compagnia, in attesa di essere associato alla Casa Circondariale di Torre Sinello.

Non appena l’illuminazione naturale consentiva di proseguire una ancor più accurata attività di perquisizione, i militari operanti decidevano di eseguire ulteriore attività di ricerca sui luoghi battuti nel corso della notte.

Qui, nascosta tra i rovi della campagna, rinvenivano una scatola metallica chiusa con all’interno altri 70 grammi circa di marijuana, 150 grammi circa di hashish e 50 grammi circa di cocaina, oltre a numeroso materiale da confezionamento e ad un bilancino di precisione.

Sulla scorta di quanto emerso, non ritenendo logicamente plausibile il possesso legale dello stupefacente rinvenuto come riferito dall’interessato, anche in considerazione delle modalità di occultamento della sostanza, nonché dei pregiudizi specifici di cui risultava gravato S.D., si eseguivano accertamenti
narcotest
su campioni di quanto rinvenuto. L’accertamento tecnico dava esito positivo ma per poter stabilire il principio attivo di THC la sostanza, su delega dell’Autorità Giudiziaria competente, è stata inviata al Laboratorio Analisi Sostanze Stupefacenti del Comando Provinciale Carabinieri di Chieti.

I primi esiti confermavano, sulla parte di sostanza analizzata, che la percentuale di THC è superiore al tasso legale per cui, a tutti gli effetti, è da considerarsi sostanza stupefacente illecitamente detenuta. Redatti gli ulteriori atti, il soggetto veniva associato alla Casa Lavoro con Sezione Circondariale di Vasto, a
disposizione dell’Autorità Giudiziaria vastese nella persona del Sostituto Procuratore della Repubblica di turno, dott. Michele Pecoraro, il quale, ragguagliato in merito, disponeva la traduzione presso l’Istituto Penitenziario.

L’uomo dovrà rispondere dei reati di maltrattamenti in famiglia e di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.

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