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''I PARTITI? ORGANIZZAZIONI AUTOREFERENZIALI...''

della redazione
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Dall'avvocato Enzo Raspa di Vasto riceviamo e pubblichiamo. ''Gentile corrispondente, Le chiedo ospitalità sul suo giornale per poter esternare alcune mie osservazioni sulla situazione politica della nostra città in vista delle prossime elezioni amministrative. Premetto che non sono animato da spirito di parte e che la mia analisi è fondata su dati e fatti oggettivi e, quindi, difficilmente confutabili. Però, prima di passare all'analisi del quadro politico locale è necessario, a mio avviso, fare alcune considerazioni di carattere generale. E' ormai un dato di fatto acclarato che i partiti a livello nazionale stanno da tempo attraversando una stagione di profonda crisi. Essi dovrebbero rappresentare la confluenza e la sedimentazione di ideali, di aspirazioni e di valutazioni della società, che devono essere intercettate, interpretate e indirizzate nelle necessarie sintesi attraverso l'azione di una classe politica seriamente selezionata e preparata dai partiti stessi. Oggi, purtroppo, dobbiamo amaramente constatare che tutto questo non avviene: i partiti politici, quasi tutti privi di un retroterra ideologico, non più radicati sul territorio, hanno perso il contatto con la società reale e sono diventati organizzazioni autorefenziali che puntano esclusivamente alla gestione del potere, pretendendo d'imporre scelte di uomini, di programmi e di indirizzo politico decise nel chiuso ristretto delle loro Segreterie, senza la benché minima partecipazione della base dei loro iscritti e del loro elettorato di riferimento. Il successo delle primarie per Prodi sembrava aver segnato una svolta decisiva; ma questo metodo di democrazia diretta, da interpretare come volontà di attiva partecipazione della società alla vita politica del Paese, è stato accolto con una certa riluttanza, dai Partiti politici, che ora di questo innovativo strumento preferiscono non parlarne più, e quasi relegarlo nel dimenticatoio. Siffatte anomalie proiettano, com'è naturale, i loro effetti negativi anche sulle realtà politiche locali. E così anche a Vasto ci troviamo di fronte ad uno scenario politico desolante. Nella sinistra, i partiti dilaniati e divisi da diatribe e lotte intestine, vertici di partiti inconcludenti dove si trova l'accordo solo sul non decidere nulla e rinviare il tutto a data da destinarsi; sedicenti segretari di Partito sconfessati dai propri Dirigenti Regionali e costretti a dare pubblicamente le dimissioni; un diffuso randagismo politico di taluni dissidenti o opportunisti di partiti della destra che cercano e trovano ospitalità in formazioni politiche dello schieramento opposto; un partito a stretta conduzione familiare (settore alimentare) in cui, alla faccia della Democrazia, le candidature ruotano sempre all'interno della ristretta cerchia familiare; un partito come quello dei D.S., tradizionalmente forte e ben organizzato, a causa delle dissidenze interne è costretto a registrare vistose perdite di consensi nelle ultime tornate elettorali provinciali e regionali, non riuscendo ad eleggere nessuno dei suoi pur autorevoli candidati (l'on.le Mariotti, il vice Presidente del Consiglio Regionale Lapenna, il capogruppo al Comune di Vasto Fabio Giangiacomo); un partito, la Margherita, i cui dirigenti con inspiegabile cecità politica, non hanno saputo (o voluto) mettere a frutto le enormi potenzialità elettorali di Peppino Forte, osteggiando con pervicacia ed ostinazione le sue legittime aspirazioni a proporsi come candidato a Sindaco di Vasto, creando in tal modo all'interno del partito una spaccatura difficilmente sanabile e relegando la Margherita, primo partito della coalizione di sinistra per numero di consensi, a recitare un ruolo di secondo piano; nell'Italia dei Valori resta tutto da verificare se la nuova dirigenza, insediatasi dopo la defenestrazione del prof. Bevilacqua ed un congresso di tipo condominiale, riuscirà a mantenere gli apprezzabili risultati ottenuti nelle precedenti consultazioni elettorali. Se tale è la situazione nello schieramento di sinistra, altrettanto confuso e caotico è il quadro politico della Destra, dove rissosità, dissidenze e personalismi la fanno da padrone. Nel Partito di Forza Italia i lunghi estenuanti scontri condotti senza esclusioni di colpi fra i suoi due maggiori esponenti, Peppino Giangiacomo e Peppino Tagliente (scontri che richiamano alla memoria quelli che avvenivano una volta tra i due, allorquando l'uno militava nel Partito Comunista e l'altro nel Movimento Sociale), non hanno lasciato sul campo che macerie: Giangiacomo, pur essendo riuscito ad affermare la propria leader ship nel Partito, rimane a capo di uno sparuto drappello di fedelissimi, tra i quali suo figlio Guido che aspira, con scarse probabilità di successo, a ricompattare intorno al suo nome l'intero centro destra; Peppino Tagliente esce dal partito e decide di correre per proprio conto con una lista civica. L'U.D.C. appare una formazione politica allo sbando con i suoi dirigenti in palese rivolta contro il loro leader Tonino Prospero, anatra zoppa, dopo la recente sconfitta elettorale. Nel partito di Alleanza Nazionale Filippo Pietrocola, sindaco contestatissimo non solo dalla sinistra, com'è naturale che avvenga, ma anche dalla destra e addirittura da esponenti del suo stesso partito, di fronte ad una situazione così confusa ed ingarbugliata non riesce ancora a decidere se ricandidarsi o meno. Se tale è lo scenario politico che l'elettorato vastese di vede di fronte, non dobbiamo meravigliarci più di tanto e gridare allo scandalo se vediamo spuntare sull'orizzonte politico le Liste Civiche e considerare queste aggregazioni sociali anacronistiche e controproducenti. Proprio per tutte le considerazioni sopraesposte le uniche formazioni politiche esistenti, allo stato attuale, sulla scena politica di Vasto sono le Liste Civiche di Peppino Forte e Peppino Tagliente, agguerrite e pronte a competere nell'agone politico. Con buona pace dei partiti e dei loro dirigenti!!!''.
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