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Essere fotografo ai tempi del Covid? Per Costanzo D’Angelo è l’ascolto il segreto della professione

Intervista al titolare dello studio ‘Occhio Magico’ di Vasto

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L’emergenza Coronavirus ha avuto un impatto non indifferente anche per il mondo della fotografia. Ma c’è chi non demorde e, con la giusta tenacia, impegno, voglia di imparare e di superarsi sempre, continua ad immortale attimi “speciali” nonostante questa emergenza mondiale, raggiungendo risultati eccellenti. Ne parliamo con Costanzo D’Angelo, fotografo vastese titolare dello studio ‘Occhio Magico’.

Ti abbiamo visto impegnato a ritrarre momenti di una quotidianità contrassegnata da una totale “rivoluzione” delle nostre abitudini. Cosa significa per te essere un fotografo ai tempi del Covid-19?

Fondamentalmente il Covid-19 non ha cambiato il mio “Essere“ fotografo. Il mio obiettivo da sempre è documentare emozioni, ed è quello che ho cercato di fare ogni volta che uscivo a fotografare.

Lo scatto del caffè dalla finestra col tricolore è diventato virale. Ti hanno scritto da diverse parti del mondo. Uno scatto condiviso anche dalla Ferragni. Ti aspettavi tale riscontro? Qual è stato il messaggio che volevi trasmettere attraverso quella foto?

Non immaginavo minimamente che quella immagine diventasse virale, ero consapevole di aver realizzato uno scatto “potente“, pieno di speranze, di emozioni. Ho assistito a quella scena per pura casualità, stavo andando al centro a piedi, quando il cameraman professionista e mio amico Nicola Cinquina si ferma e mi dice: “Costanzo devo andare in centro per realizzare immagini per il Tg3,vieni con me?“ Abbiamo iniziato a girovagare per i vicoli vicino la Chiesa di Santa Maria Maggiore ed abbiamo assistito alla scena. Ho postato l’immagine su Facebook e Instagram per condividere con i miei contatti questo momento emotivo, inconsapevole di quello che sarebbe successo, mi ha fatto sorridere mia figlia Alessandra che la domenica mi chiama dicendomi: “Papà, la Ferragni ha condiviso la tua foto nelle sue stories“, terminata la chiamata il telefono è diventato bollente.

Con che criterio hai scelto i tuoi soggetti da fotografare in questo periodo?

Non sono io che scelgo i soggetti da fotografare, ma loro scelgono me regalandomi delle emozioni.

C’è un pensiero fisso che guida il tuo modo di raccontare ciò che è e ciò che sarà?

Mi piace ascoltare l’essere umano, è l’ascolto che guida la mia fotografia.

Nonostante questa grave emergenza sanitaria e purtroppo anche economica, come vedi il futuro della fotografia? Cosa consigli ai ragazzi che hanno voglia di cimentarsi in questo percorso?

La fotografia è cambiata da molto tempo, l’avvento del digitale prima dei social dopo, l’ha cambiata radicalmente, permettendo a tutti di realizzare immagini, possiamo affermare che la fotografia avrà vita lunga, anche se la singola immagine dopo 20 minuti di visibilità sui social, sarà dimenticata per fare spazio ad altre immagini. Ai ragazzi che hanno voglia di intraprendere il lavoro del fotografo, dico: “Non lasciatevi ingannare, oggi in molti regalano foto per avere visibilità, ma questa dura fino a quando la regali, quando inizi a chiedere soldi, ci saranno altri pronti a regalarle per aver loro visibilità.”

 

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