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Operaio con la febbre va al lavoro in bus: "Falla nel protocollo"

L'episodio alla Sevel sollevato dalla Cgil. Parla l'assessore regionale Febbo, dura Marcozzi (M5S)

redazione
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"L'episodio accaduto ieri in Val di Sangro alla Sevel, al di là del comportamento irresponsabile del lavoratore, che con 38 di febbre ha preso un mezzo pubblico per recarsi in azienda mettendo a rischio contagio colleghi e la stessa azienda, ha fatto emergere una 'falla' rispetto al rigido protocollo nazionale del 14 marzo e quello ancora più sensibile del 9 aprile sottoscritto tra FCA  organizzazioni sindacali".

E' quanto ammette l'assessore regionale alle Attività produttive Mauro Febbo.

"Il lavoratore - dice - è stato prontamente rintracciato dalla Asl Lanciano-Vasto-Chieti e assoggettato a tampone e sono stati rintracciati i colleghi di viaggio (solo andata perché per il ritorno il concessionario ha garantito il rientro in isolamento) che saranno anch'essi assoggettati a tampone". Febbo prosegue dicendo che provvederà a "convocare anche il collega del Molise affinché stesso protocollo sia recepito anche da loro poiché molti lavoratori della Val di Sangro provengono dalla regione limitrofa".

A sollevare il caso era stata la Cgil.

Duro il commento del consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Sara Marcozzi: "È bastata meno di una settimana dalla riapertura dell'area industriale della Val di Sangro perché si palesasse la prima, enorme, falla nel sistema di sicurezza per la salute dei lavoratori. Per questo, depositerò un'interpellanza urgente per conoscere dal oresidente Marsilio in ogni minimo dettaglio come siano andati i fatti e per capire quale organizzazione abbia stilato il centrodestra a tutela dei lavoratori. La speranza è che il tampone al lavoratore risultati negativo, ma è inaccettabile che un Governo regionale debba affidarsi alla fortuna quando di mezzo c'è la salute dei cittadini. Pretendo di avere risposte chiare, e chi ha sbagliato se ne dovrà assumere le proprie responsabilità davanti agli abruzzesi”, conclude.

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