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AUMENTO CANONI DEMANIALI, UN INTERVENTO DI MASSIMO DESIATI

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Da Massimo Desiati, esponente de La Destra, riceviamo e pubblichiamo un intervento relativo alla contestata questione dell'aumento dei canoni demoaniali, osteggiato - non poco - dagli operatori balneari locali. ''Alcune riflessioni. E soltanto perché partecipai, per l'Abruzzo, a più riunioni del Coordinamento nazionale degli assessori al turismo delle Regioni italiane allorquando, dal 2003, si paventò l'aumento dei canoni demaniali, allora, ''soltanto'' del 300%. La cosa fu scongiurata. Ma quel che adesso interessa è costruire un ragionamento che giustifichi o meno l'opportunità, oltre la congruità, dell'aumento in questione. La categoria degli imprenditori balneari è spesso all'attenzione dei tanti che ritengono esorbitanti i costi di fitto di ombrelloni, cabine, sedie sdraio e quanto altro ma spesso si dimentica che quello che loro svolgono non è un servizio pubblico, è un attività di impresa. Attività che, quasi sempre, comprende servizio bar, ristorazione, sport ecc. E' il mercato, quindi, che dovrebbe stabilire la congruità delle tariffe al pubblico. Gli operatori hanno un loro bilancio e quindi uscite ed entrate, danno lavoro stagionale e sono chiamati ad assicurare un servizio al pubblico che, in quanto turistico, necessariamente abbisogna di particolare attenzione in ordine al buon porgere. Oltre a questo, non bisogna tralasciare le responsabilità di cui essi si fanno carico nel garantire la sicurezza dei loro ospiti: pulizia della spiaggia, rispetto delle norme antinfortunistiche, servizio di salvataggio a mare e quanto altro. I loro beni strumentali sono costantemente soggetti alla pubblica fede e le azioni di vandalismo sono continue. Le assicurazioni, se disponibili, hanno premi molto alti. Certo, lo fai se ti conviene, altrimenti fai altro. Ma non è questo un bel ragionare. Incombenze burocratiche tante, controlli (giusto farli) tantissimi e fatti al centimetro, comunque superiori a quelli fatti per qualunque altra attività d'impresa. Insomma, non è una passeggiata gestire uno stabilimento balneare, anche perché si pretende, legittimamente, che rappresentino il biglietto da visita delle città balneari insieme agli hotel. Mi è capitato di redigere e far approvare il Piano regionale di Gestione del Demanio marittimo. Strumento di pianificazione e di natura ambientale. Impone delle norme anche restrittive: il Demanio è un bene pubblico e come tale deve essere considerato se affidato in concessione, non può, quindi, essere considerato dai gestori delle attività che vi insistono proprietà privata. Il Piano regionale è attento a questo aspetto, impone limiti che spesso i Comuni sono anche in difficoltà a recepire nei loro singoli Piani spiaggia. Va da sé, quindi, che le sue norme comportano una limitazione della... fantasia di impresa dei concessionari: recinzioni, distanze, altezze, limitazione dell'uso ecc. Ed è giusto così. Insomma, non è facile trovare un equilibrio strutturale ed economico. Ora c'è da chiedersi: è proprio questo il momento per aumentare i canoni demaniali degli operatori balneari? Proprio quando i costi dei servizi, le imposte e le tasse per i cittadini (che in estate diventano turisti) aumentano in generale? Non sono proprio le spese destinate dalle famiglie alle vacanze che subiranno la maggiore contrazione privilegiando i beni primari? Non si ritiene forse che il Prodotto Interno Lordo nazionale, e quello regionale per le Regioni turistiche, beneficia fortemente del fatturato della voce Turismo? Piacerà, in definitiva, ai turisti che vengono in Abruzzo veder aumentare le tariffe di ombrelloni e servizi in genere o, magari, preferiranno, in estate, trasferirsi in altre zone meno dispendiose anche se meno servite? E la qualità dell'offerta che l'Abruzzo rincorre da anni? E gli sforzi di promozione turistica? Prima di chiedere l'aumento dei canoni demaniali, si è verificato quale è o sarà l'impegno degli enti locali e delle aziende di promozione per assicurare un aumento delle presenze in Abruzzo tale da ''coprire'' i maggiori costi riferibili ai nuovi Canoni? Aumentare semplicemente i Canoni demaniali per far cassa significa destabilizzare un mercato che già fa difficoltà a trovare un proprio equilibrio finanziario! Si verifichi, piuttosto, la possibilità ed opportunità di differenziare gli importi di questa tassazione asseconda l'incidenza della voce ''Settore Turismo'' sul PIL delle singole regioni. Gli operatori balneari abruzzesi non possono dover pagare lo stesso Canone demaniale dei loro colleghi che operano nelle altre regioni costiere in cui le presenze turistiche sono storicamente consolidate ed in aumento rispetto all'Abruzzo. Ogni sforzo di miglioramento dei servizi sarebbe vano se il Canone subisse la forte variazione che si paventa, la competizione con le altre regioni sarebbe persa in partenza''.
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