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E ora, auguriamoci di non assistere alle movide pomeridiane e all'happy hour delle 17

Le riflessioni del prof. Fabrizio Scampoli

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Da qualche giorno in TV va in scena lo psicodramma national popolare, ovvero Quanto sono fessi gli italiani: a ogni piè sospinto, su ogni canale, anche quelli di cucina, caccia e pesca, si rincorrono le immagini delle idiozie tipiche del nostro popolo.

E prima l'esodo biblico dal nord verso il sud: migliaia di minus habens si sono riversati su treni stracolmi nelle regioni meridionali, infettando anche il Mezzogiorno. Sarebbe bastato bloccare i trasporti prima di dare l'annuncio dell'istituzione della zona rossa.

Poi, il demenziale spettacolo di giovani studenti universitari e laureati nei locali della movida col bicchiere in mano a sfidare la sorte e a sfottere gli anziani, probabili vittime prioritarie di questa epidemia. Questa indegna gazzarra testimonia almeno due tristi verità: il fallimento educativo della famiglia e quello scientifico della scuola. Entrambe non sono riuscite a trasmettere né valori né contenuti didattici.

In terzo luogo, l'incredibile spettacolo di ieri sera, appena annunciate le misure di allargamento della zona arancione: folle di psicotici all'assalto all'arma bianca - come se non ci fosse un domani - dei supermercati aperti di notte per approvvigionarsi di vettovaglie.

Tre situazioni critiche, ma che avrebbero potuto tranquillamente essere evitate. Con una comunicazione migliore. E anche con una comprensione più adeguata dei messaggi veicolati dai media.

Ma gli idrocefali non stanno solo in Italia: una massa di rimbambiti ha preso parte, in Francia, al raduno dei Puffi. Adulti che, in un momento simile, si sollazzano infilandosi in candide tutine e dipingendosi di blu a me fanno pensare che la fine del mondo sia già iniziata.

E ora, auguriamoci di non assistere, da oggi, alle movide pomeridiane e all'happy hour delle 17.
 

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