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Vasca dissequestrata dal Tribunale ma di nuovo chiusa dalla Regione

Civeta, la storia infinita. Al centro della questione le 'opere riparatorie' per la sicurezza

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Il tribunale dissequestra la discarica, ma la Regione la chiude per un periodo di sei mesi.

Colpo di scena nella storia infinita della terza vasca a servizio del Polo impiantistico del Civeta. A distanza di una settimana dal provvedimento con cui il gip Italo Radoccia aveva disposto la revoca dei sigilli alla terza vasca gestita dalla Cupello Ambiente sul presupposto che erano state effettuate le “opere riparatorie”, è una lettera del servizio gestione rifiuti della giunta regionale a rimettere in discussione la ripresa delle attività di conferimento bloccate il 20 marzo 2019 in seguito al sequestro dell’invaso da parte della Procura di Vasto che sul dissequestro aveva espresso parere contrario.

In sostanza la Regione ricorda alla società che le numerose problematiche della discarica, tra cui la messa in sicurezza delle sponde oggetto di smottamento, non sono state ancora risolte e, ritenendo che sussistano le condizioni, sospende l’annunciata ripresa delle attività gestionali, cioè il conferimento dei rifiuti prodotti dai Comuni consorziati, per un periodo di sei mesi dalla ricezione della comunicazione.

La Cupello Ambiente ha ora dieci giorni di tempo per inviare eventuali controdeduzioni.

“Il provvedimento della Regione conferma la sussistenza delle criticità che non consentono alcuna riapertura”, commenta il Comitato in difesa del comprensorio vastese e la segreteria del Forum H2O, “tra l’altro esiste anche il procedimento sanzionatorio presso il comitato Via sulle difformità progettuali che deve essere ancora affrontato, con il comitato che dovrà valutare se tali difformità sono anche rilevanti sotto l’aspetto ambientale. Bene ha fatto, quindi, la Regione Abruzzo, ente referente per l’Autorizzazione Integrata Ambientale (Aia), dell’impianto, ad imporre lo stop”, rimarcano i rappresentanti dei sue sodalizi.

“Inoltre la Regione a nostro avviso dovrebbe nel più breve tempo possibile acquisire anche le risultanze della perizia della procura di Vasto, documento che potrebbe contenere ulteriori indicazioni utili per la definizione dei due procedimenti. Auspichiamo che le comunità locali siano compatte nel pretendere che ogni criticità sia risolta perché prima di tutto devono essere garantite la tutela e la sicurezza, concludono.

Il comitato di Cupello e la segreteria del Forum H2O avevano del resto manifestato chiaramente le loro perplessità all’indomani del provvedimento di dissequestro firmato dal gip Radoccia, chiedendo espressamente di conoscere quali fossero “le opere riparatorie, concordate con la Regione Abruzzo e l’Arta”.

Nel frattempo i legali degli indagati stanno esaminando la voluminosa consulenza tecnica eseguita dai periti nominati dalla procura e sulla quale vige il massimo riserbo.

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