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Capannoni dismessi, ribadito il 'no' alla destinazione commerciale

Progetto di legge regionale, contrarietà dell'amministrazione all'orientamento iniziale

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Netta contrarietà ai centri commerciali nei capannoni industriali dismessi, si alla loro utilizzazione a fini turistici, sportivi e sociali. La linea dell’amministrazione è stata ribadita ieri dall’assessore al Commercio e alle attività produttive Luigi Marcello nel corso della audizione in Commissione territorio, ambiente ed infrastrutture della Regione presieduta da Manuele Marcovecchio (Lega).

L’argomento è quello che tiene banco da diversi giorni: il progetto di legge regionale che rivoluziona le aree industriali d’Abruzzo, prevedendo al posto delle fabbriche vuote ed in disuso degli agglomerati centri commerciali, ristoranti ed impianti sportivi. Una normativa che ha già suscitato la dura presa di posizione delle associazioni di categoria (Confcommercio e Confesercenti) decisamente contrarie all’avvento di nuovi centri commerciali.

Marcello, delegato dal sindaco Francesco Menna, ha ribadito la linea che il primo cittadino ha anticipato al Centro nei giorni scorsi. Cioè un no secco al cambio di destinazione d’uso dei capannoni per fini commerciali, si invece al loro utilizzo per impianti sportivi, infrastrutture turistiche e sociali, decisamente più compatibili con la presenza della riserva naturale di Punta Aderci che da diversi lustri convive con la zona industriale di Punta Penna. L’altra condizione è che i terreni soggetti alla variazione urbanistica diventino di proprietà comunale. Sulla riconversione degli opifici dismessi ed abbandonati si registra anche un intervento del consigliere comunale di minoranza Edmondo Laudazi, della lista civica “Il Nuovo Faro”. L’esponente del centrodestra  si schiera a favore della legge regionale.

“Si tratta di una operazione apprezzabile che, peraltro, già nella scorsa consigliatura era stata prima approvata proprio su iniziativa de Il Nuovo Faro e poi – incredibilmente – sospesa in fase di pubblicazione e quindi vanificata”, ricorda Laudazi, “è inutile dire che i vantaggi provenienti dalla bonifica di siti degradati , dal risparmio di consumo del suolo e dall’utilizzo di infrastrutture già realizzate e disponibili, rendono tale adempimento legislativo non solo necessario, ma addirittura indispensabile per un territorio come il Vastese che si trova in grave crisi di lavoro e di investimenti. Fanno specie le perplessità della amministrazione comunale di Vasto e le elucubrazioni propagandistiche del sindaco Menna e dei suoi soci su questioni di cui non hanno grande conoscenza ed interesse. Nel frattempo Vasto continua a declinare economicamente e socialmente. Le responsabilità, dopo tanti anni di dire e non fare, sono in ogni caso dell’amministrazione comunale e della maggioranza che li sostiene”, conclude il consigliere.

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