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Giangiacomo al Csm: "Grande perdita per il Tribunale di Vasto"

Il possibile passaggio del presidente al plenum dell'organo di governo della magistratura analizzato da Vittorio Melone, vertice dell'Ordine Forense

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"Per il Tribunale di Vasto l’arrivo di Bruno Giangiacomo è stato un grande acquisto per il suo spessore e la sua preparazione, se dovesse andar via sarà una grande perdita

Vittorio Melone, presidente del Consiglio dell’Ordine forense di Vasto, commenta così la notizia pubblicata dal Centro sulla possibilità che il presidente del tribunale  entri a far parte del plenum del Csm, in sostituzione di Paolo Criscuoli, il consigliere togato che si è  autosospeso dopo il suo coinvolgimento – senza essere indagato – nella vicenda delle riunioni organizzate dal Pm romano Luca Palamara.

Giangiacomo, terzo dei non eletti nella categoria magistrati giudicanti, è in pole position per ricoprire il prestigioso incarico al Csm finito nella bufera per le note vicende giudiziarie.

“Così come abbiamo salutato con grande favore il suo arrivo a Vasto, sua città natale, non potremmo che manifestare dispiacere per le dimissioni nel caso in cui dovesse entrare a far parte del Consiglio superiore della magistratura”, afferma l’avvocato Melone, “si tratta comunque di un incarico prestigioso e di grande responsabilità soprattutto in un momento in cui l’organo di autogoverno della magistratura è nell’occhio del ciclone per le note vicende che hanno portato alle dimissioni dei suoi componenti. Sicuramente nel Csm Giangiacomo potrebbe portare la sensibilità e la testimonianza  di chi ha toccato con mano l’importanza del Tribunale di Vasto, un presidio di frontiera in un territorio sensibile per via delle infiltrazioni criminali.

Ma c’è un altro aspetto che per noi operatori è fonte di incertezza, prosegue il legale, “ed è legato alla sua sostituzione. Il posto verrà messo a concorso, ma bisogna capire i tempi. Nel frattempo verrà sostituito da un altro giudice del Tribunale che sarà completamente distratto dalle funzioni amministrative ed organizzative e questo creerà sicuramente problemi. Insomma, da una parte siamo contenti perché è giusto che il presidente abbia il giusto riconoscimento per la sua valenza e la sua preparazione, ma saremmo ancora più felici se decidesse di restare. In questi anni abbiamo lavorato insieme per la sopravvivenza dell’ufficio giudiziario. Siamo riusciti anche ad ottenere sette nuovi amministrativi, un risultato frutto del costante impegno del Consiglio dell’Ordine”.  

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