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I ricordi del padre trasformati in un libro: l’esperienza di Renzo Trivilini

“La Valigia Nera” storia di resilienza e solidarietà nella Seconda Guerra Mondiale

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Renzo Trivilini è riuscito a compiere un desiderio importante, quello di scrivere le esperienze raccontate minuziosamente dal padre Silvio Trivilini e di trasformarle in un libro, da poco pubblicato: La valigia nera, Diario di guerra sul fronte russo 1942- 1943 di Silvio Trivilini, a cura di Renzo Trivilini.

La grande ammirazione verso il padre ha condotto Renzo a intraprendere la stesura del diario di guerra, che racconta una parte della vita di Silvio Trivilini, nato a Scerni nel 1920, meccanico della ditta Di Fonzo, che si è trovato a partire dal 1940 al 1944 per la guerra nell’aviazione e nella scelta tra l’Africa e la Russia scelse istintivamente quest’ultima. Come tanti italiani visse in prima persona le grandi atrocità del conflitto e i rapidi capovolgimenti al fronte che cambiarono il corso della battaglia fino alla precipitosa e tragica ritirata durata sei mesi. Degli oltre 200mila che erano partiti dall’Italia con la prospettiva di contribuire a una facile vittoria, meno della metà riuscirà a ritornare nel nostro paese dopo sofferenze e traversie indicibili.  I fatti della storia sono narrati con i tanti eventi che Silvio visse in quel periodo, incontri, persone, amicizie, difficoltà, fame, stanchezza, oggetti, come la valigia nera, che una coppia di russi di Zaporosc gli regalò durante la ritirata, piena di patate, pane, cipolle e ortaggi, a testimonianza della generosità del popolo russo, che anche se aveva pochissimo, condivideva quel poco. Quella valigia è stata sempre conservata da Silvio negli anni, a testimonianza di quell’amicizia così importante. Altra amicizia fondamentale è stata quella di una coppia di anziani di Castiglione del Lago che, quando Silvio dovette scappare dalla caserma per evitare i rastrellamenti tedeschi, che dopo la capitolazione italiana volevano catturare ufficiali e militari per deportarli in Germania, non solo gli diedero ospitalità, ma gli fornirono abiti civili e mediante un amico, lo aiutarono a fuggire.

Renzo Trivilini ha avuto la capacità, non solo di raccontare le tante vicissitudini colme di sofferenze, ma anche ricche di umanità, ricordate tante volte dal padre, ma anche di poter far conoscere soprattutto ai giovani, la storia degli italiani sul fronte russo, protagonisti di una delle più drammatiche battaglie combattute dal nostro esercito nella Seconda Guerra Mondiale e trasmettere al tempo stesso il grande esempio di resilienza, solidarietà, fratellanza e aiuto reciproco evidenziata dal padre.

Chi volesse averne una copia può contattare Renzo Trivilini su facebook.

 

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