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Emergenza cinghiali: "Il problema va risolto a Roma"

Nicola D'Adamo (Assostampa Vastese): "Questa l'azione da fare. Mozioni, firme, appelli e comunicati stampa non servono a nulla"

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Cinghiali: non se ne può più, ma nessuno va al cuore del problema.

Il dibattito è nazionale. Molti esperti dicono che allungando la stagione venatoria di qualche mese tutti capi in sovrannumero vengono abbattuti. E per fare questo bisogna cambiare la legge nazionale che tuttora fissa i periodi di caccia al cinghiale in soli tre mesi all'anno. Infatti la legge 157/92 all' art. 18 comma 1 lettera d) individua i tempi massimi per la caccia al cinghiale: "dal 1° ottobre al 31 dicembre o dal 1° novembre al 31 gennaio". 

La gente è stufa dei danni all'agricoltura e degli incidenti stradali provocati dai cinghiali. Ma mozioni, firme, appelli, comunicati stampa, non servono a nulla.

Il problema si può risolvere a Roma operando su due fronti. Primo, i presidenti delle Regioni (il problema è nazionale) tramite il ministro per gli Affari Regionali devono far sedere attorno ad un tavolo i ministri dell'Ambiente, dell'Agricoltura e dei Trasporti e far fare in Parlamento una "modifica di un rigo" alla legge esistente a livello nazionale per allungare il periodo della caccia al cinghiale. Secondo, anche i parlamentari abruzzesi devono attivarsi a Roma per seguire l'iter della modifica alla legge. E' così difficile? 

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