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Il nervosismo: cosa implica essere sempre troppo nervosi

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Cosa si intende per nervosismo

Ad ognuno di noi, almeno una volta nella vita, sarà capitato di essere nervoso: rispondere male a qualcuno che ci ha fatto una semplice domanda, “scattare” di fronte ad una persona che entra inaspettatamente nella stanza, non riuscire a stare fermi.

In effetti,essere nervosi, indica una condizione comune tipica delle nostre società occidentali, dedite al lavoro e all’iperattività: lo stress e l’ansia infatti sono due tra le più frequenti cause del nervosismo. Ma vediamo meglio di cosa si tratta.

Il nervosismo è un modo per descrivere un eterogeneo stato psicofisico in cui la persona risente, su più livelli, di fattori stressanti interni o esterni:

  • a livello fisiologico vi è una continua attivazione del sistema simpatico, che mantiene l’organismo in costante attivazione. Infatti la persona può percepire accelerazione del battito cardiaco, iperventilazione, sudorazione alle mani o in altre zone del corpo, tremori, nausea, torpore, formicolio e vampate di calore.
  • A livello comportamentale vi può essere agitazione psicomotoria, disturbi del sonno e disturbi dell’alimentazione.
  • A livello emotivo si può sperimentare, spesso senza esserne consapevoli, diverse emozioni contemporaneamente: rabbia, paura, ansia e tristezza. In effetti “nervosismo”, “agitazione”, “irritabilità” sono espressioni che spesso i pazienti usano per indicare queste emozioni. Quando si è impossibilitati a raggiungere un obiettivo importante, le cose non sono andate come ci si aspettava, vi è una perdita di potere o di rispetto, la persona può sentirsi nervosa, arrabbiata, frustrata e se tale condizione non viene superata, il nervosismo si può cronicizzare e rimanere una costante nello svolgimento delle proprie attività quotidiane. Quando invece l’essere nervoso coincide maggiormente con la paura, possiamo rilevare la presenza di una situazione nuova o sconosciuta che porta l’individuo a sentirsi minacciato, oppure nel caso in cui sia in pericolo la propria salute fisica propria o altrui.

Cosa può portare ad essere nervosi?

Come accennato prima, stimoli stressanti o ansiogeni possono portare ad un accumulo emotivo e fisiologico che possono appunto rendere la persona nervosa.

Nello specifico, problemi sul posto di lavoro, come situazioni di mobbing o ritmi lavoratavi esagerati, possono essere grande fonte di stress e nervosismo. Problemifamiliari, come lutti, separazioni o perdite possono portare la persona che non riesce ad elaborare ed accettare la nuova condizione a sperimentare conseguenze psicologiche stressanti interne che si esprimono attraverso disforia, rabbia, tensione, irascibilità. Problemi psichiatrici o psicologici di altra natura (come l’astinenza da varie sostante, la fibromialgia) possono essere causa di un costante nervoso. Anche problemi economici possono rendere la persona nervosa, perché soffocata dalle responsabilità. Infine, la mancanza di salute può essere un fattore stressogeno importante che porta a stati di attivazione fisiologica, fisica e psicologica che sfociano in ciò che noi definiamo nervosismo.

 

Conseguenze del nervosismo eccessivo

Le conseguenze di questa condizione, soprattutto se diventa cronica, possono essere molteplici:

  • influire sulle relazioni interpersonali. Le persone che sono vicine a chi è costantemente nervoso possono risentire dell’irascibilità, del continuo stato di allerta, talvolta dell’assenza mentale del proprio caro.
  • Conseguenze mediche, di natura psicosomatica, come ulcere, gastriti, colon irritabile o difficoltà digestive, sono tipiche dello stato di nervosisimo.
  • Sul lavoro la persona può avere difficoltà a prendere decisioni, a concentrarsi, aspetti che influenzano il rendimento, che a sua volta può maggiormente innervosire l’individuo.

Come ridurre il nervosismo

Come si può fare per allentare la tensione, ridurre o eliminare il nervosismo?

Stile di vita

Sicuramente,quanto riconosciamo che sono fattori esterni a influire sul nostro stato, un cambio nello stile di vitapuò essere utile per ridurre il nervosismo. Riconoscere innanzitutto cosa nella nostra quotidianità è fonte di stress ed eliminarlo, sostituendolo con attività piacevoli può essere il primo passo per aprire la strada verso il proprio benessere.

Quindi, fare un elenco dettagliato delle attività utili (U), cioè quelle attività che devono essere fatte (come lavorare, governare la casa) e delle attività piacevoli (P), può essere funzionale, in quanto inserire all’interno della routine quotidiana momenti gradevoli, al fine di alleviare lo stress, è fondamentale per divenire consapevoli della gestione del nostro tempo e per modificare le attività ove necessario.

Pensieri ricorrenti

Inoltre, molto spesso, il nervosismo è sostenuto da meccanismi cognitivi, quali il rimuginio e la ruminazione, che lo amplificano, in un circolo autoperpetuante. Èimportante porsi delle semplici domande per capire se stiamo rimuginando e ruminando: questi pensieri mi aiutano a risolvere la situazione? Le mie idee sono più chiare ora o mi sembra di avere un disco rotto dentro la testa? Mi sento meglio ora rispetto a quando ho iniziato a pensare in questo modo?.Se le risposte sono negative allora siamo di fronte ad un meccanismo che non aiuta ad ridurre il nervosismo, anzi, lo alimenta. È utile quindi interromperlo (in quanto anche se difficile, possibile), magari posticipandolo ad un orario futuro prestabilito. Molto spesso accade che quando arriva l’orario stabilito, non vi è più necessità di rimuginare.

 

Tecniche di rilassamento

Dal punto di vista fisiologico, tutte le tecniche di rilassamento sono utili per attivare il sistema parasimpatico e abbassare il livello di attivazione. Il rilassamento muscolare progressivo, il training autogeno, la respirazione diaframmatica tra gli altri, ripristinano la condizione di equilibrio somato-psichico: predispongono ad una azione efficace ed efficiente, migliorando lo stato della persona. L’effetto che si ottiene attraverso una buona pratica di rilassamento rappresenta lo stato “normale” dei nervi e dei muscoli quando non sono a lavoro.

Queste tecniche, una volta apprese, portano una efficacia immediata al disagio psico-fisico, riducendo la tensione fisica e poi emotiva, incrementano la consapevolezza della tensione e dei suoi effetti.Producono indirettamente anche un importante effetto cognitivo: un aumento del senso di autoefficacia nella persona, favorendo il convincimento che il proprio nervosismo non sia una condizione da vivere passivamente, ma su cui si può agire.

 

Meditazione

Oltre alle tecniche di rilassamento, apprendere forme di meditazione può aiutare a raggiungereuno stato mentale calmante, caratterizzato da pensieri più lenti e meno frenetici. Inoltre, si è rilevato come vi siano effetti benefici misurabili come unadiminuzione significativa del consumo di ossigeno (17%) e della frequenza respiratoria (da 13-14 respirazioni al min fino a 5-6) e cardiaca. Tali pratiche favoriscono la coerenza e sincronizzazione tra i due emisferi cerebrali che è associata a stati di benessere ed emozioni positive. È stato provato, inoltre, che tali tecniche favoriscono la regolazione della produzione di cortisolo, ormone fondamentale nella gestione dello stress e la presenza di effetti immunitari come l’incremento degli anticorpi antinfluenzali. Anche la noradrenalina, l’ormone prodotto dalle ghiandole surrenali e dal cervello in fase di stress, viene ridotto, mentre vi è aumento della serotonina, il neurotrasmettitore con effetto antidepressivo, regolatore della fame e della sazietà.

Quando richiedere un aiuto professionale

Se il nervosismo è conseguenza di altre malattie psichiatriche o psicologiche allora è bene affidarsi ad un professionista esperto, psicologo psicoterapeuta, che abbia le competenze specifiche per affrontare primariamente le cause del nervosisimo e che possa prendere in carico la persona, avendo un quadro più completo della situazione.

Quindi, seppur non sia una vera e propria condizione clinica, il nervoso è molto comune e popolarmente riconosciuto, quindi come tale va considerato seriamente, per evitare che diventi una condizione cronica e invalidante nel vivere appieno la nostra vita.

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