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Un Polo bibliotecario innovativo alle Scuderie di Palazzo Aragona

‘Ma come verrà organizzato? ’, chiede Nicola D’Adamo, presidente dell’Associazione Vastese della Stampa

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È di pochi giorni fa la notizia che le Scuderie di Palazzo Aragona diventeranno un innovativo Polo Bibliotecario,in grado di soddisfare la crescente richiesta che viene dai cittadini’ come si legge in una nota diramata dall’Amministrazione comunale.

 “La struttura individuata – ha detto il sindaco Francesco Menna - merita di essere utilizzata tutto l’anno diventando un punto attrattivo per i giovani e meno giovani. Il patrimonio librario della nostra Città merita una degna collocazione ed una facile fruibilità da parte di quanti amano la cultura attraverso la ricerca e la lettura”.

Non da meno l’assessore alla Cultura Giuseppe Forte ha tenuto a sottolineare la bontà delle Scuderie, dotate di “locali ampi e spaziosi, posti al piano terra, quindi di facile accesso per tutti, in grado di ospitare una biblioteca organizzata in base alle esigenze dei fruitori. Un Polo bibliotecario degno di tal nome capace di ospitare anche documenti e testi provenienti da donazioni e da archivi privati”.

Alla delibera di trasferimento che quindi vede i locali della Biblioteca Mattioli trasferirsi presso le Scuderie Aragona, Nicola D’Adamo, presidente dell’Associazione Vastese della Stampa, ha posto, in una nota, il seguente quesito all’Amministrazione comunale: ‘tralasciando la curiosità di molti su come verrà utilizzato il palazzo Mattioli in corso de Parma dopo il trasferimento (…), andiamo invece sul tema centrale della scelta del Comune: come verrà organizzato il “Polo Bibliotecario Innovativo?’.

Il comunicato di D’Adamo continua come segue:

‘Se l’Aragona servirà solo per sistemare meglio – su uno spazio maggiore -  il materiale esistente e gli archivi privati di grandi famiglie in attesa di donazione, il beneficio per la Città non sarà molto.  Se invece si amplia la gamma dei servizi e delle attività del “Polo Bibliotecario Innovativo”, il beneficio per la Città potrebbe essere enorme. 

Bisognerebbe solo “copiare” ciò che fanno all’estero, nulla di più.  

In Europa, anche in città piccole come la nostra, si trovano sempre biblioteche molto vive e attrezzate che funzionano come “punto di raccolta” della storia locale. Vale a dire strutture che reperiscono sul mercato (su ebay, o antiquari), materiale antico di interesse locale o materiale nuovo man mano che esce (come periodici e giornali, video su temi locali, cd musicali locali, manifesti e brochure, cartoline d’epoca e via dicendo).

In altre parole, non biblioteche che catalogano solo “quello che arriva”, ma biblioteche “che cercano” ciò che serve a ricostruire la storia locale anche contemporanea. Il tutto ovviamente organizzato in diverse sezioni.

Un esempio. Se un ricercatore cerca materiale sulla storia musicale di Vasto, esiste da noi in biblioteca una sezione con tutte le edizioni del Festival di Vasto, Festival delle Sirene, storia dei cori, dei cantanti e band locali, dei concerti, registrazioni, dischi, cd, video, e via dicendo? No, non esiste.

Allora il nuovo obiettivo del “Polo Bibliotecario Innovativo” potrebbe essere, come si diceva, quello di recuperare tutto ciò che ha rilevanza storica a livello locale, materiali di tutti i tipi.

E visto che l’informatica offre grandi vantaggi a ciò si potrebbe aggiungere anche un vasto archivio digitale, ben organizzato tipo vastospa.it di Michele Spatocco (Cinisello) o vastesiworld.org di Franco Smargiassi (Perth).

Non solo. La biblioteca potrebbe essere anche un vero e proprio “centro culturale”, con propri cicli di conferenze, presentazione libri locali, piccoli concerti, convegni di esterni e attività varie.

Addirittura si potrebbe prevedere il cosiddetto il Memoir Writing Club, un gruppo formato da persone che vogliono raccontare la loro storia o quella della comunità, producendo documenti utili in futuro per la storia del territorio.  A quest’attività è collegata anche la genealogia, perché frequente è la richiesta da parte di cittadini che vogliono ricostruire l’albero genealogico di famiglia.

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