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A colloquio con un giovane sindaco: Luca Conti e il concetto di 'comune-comunità'

Intervista a largo raggio con il 23enne primo cittadino di Casalanguida, alla guida dal 2016

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"Conti, Conti, Conti...”, era il lontano 2011 quando a Casalanguida, durante lo spoglio per eleggere la nuova amministrazione, il fresco diciottenne Luca Conti restò sorpreso dall'incredibile boom di preferenze. Fu il primo degli eletti della sua lista con 59 voti ufficiali più quattro schede annullate, un risultato straordinario per un liceale. C'era chi gli diceva di non prendersela se non ce l'avesse fatta, che avrebbe potuto sempre riprovarci, che forse la sua strada sarebbe stata un'altra, lui non si è lasciato minimamente scalfire e ha aspettato che parlassero le urne. E quelle urne hanno parlato, eccome se hanno parlato: un giovanissimo che risulta il primo degli eletti significa che si è impegnato tanto, battendo il territorio, come suol dirsi, fino a conquistare la fiducia di un buon numero di elettori.

Se poi il giovanissimo in questione si è industriato da solo, senza poter contare su una famiglia numerosa che, soprattutto nei piccoli centri, è un serbatoio di voti da tenere molto caro, allora si iniziano a profilare tutti i crismi per poterlo definire un predestinato. Nel 2011 affidargli un assessorato sembrava troppo limitativo, così il neo sindaco Andrea Ricotta lo nominò addirittura suo vice, quasi un primato per chi aveva spento da pochi mesi diciotto candeline. Tante iniziative, tante manifestazione, tante sfide nel corso dei cinque anni per poi arrivare ad un bivio pensando alla prossima tornata elettorale. Che fare? Perché non provare la scommessa più grande, quasi una sana follia? Ma Luca Conti era ben lucido pensando a quello che andava a fare, aveva deciso di candidarsi a sindaco, una scelta che può fare solo chi nasce con il piglio del leader. Ogni campagna elettorale, per quanto possa essere moderata e civile, presenta sempre della asprezze, ma quella del 2016 avrà sempre un posto speciale per Luca Conti, eletto sindaco a soli 23 anni, con uno scarto di trentasei voti rispetto alla lista concorrente, un margine non indifferente in un borgo dove solitamente il testa a testa arriva fino all'ultima scheda. L'attuale sindaco di Casalanguida ci riceve con grande disponibilità e cordialità nel suo ufficio al Comune. Prima di varcare il portone, si ferma a parlare con qualche persona che si trova di passaggio, poi ci fa strada e ci conduce in uno studio con una scrivania al centro sulla quale troneggia un pc e una miriade di cartelline e plichi, mentre sul lato campeggia il gonfalone con lo stemma comunale e la bandiera tricolore accanto.

UN SEGNO DEL DESTINO – Se ora Luca Conti si trova ad amministrare il suo paese è soprattutto grazie all'esperienza da vice-sindaco, che gli ha insegnato come esercitare le sue funzioni attraverso una serie di procedure, adempimenti, atti da vivisezionare, e pensare che quell'esperienza tanto importante gli si è aperta per un segno del destino. Dopo la fine della legislatura nel 2009, le successive elezioni che vedevano contrapposti Andrea Ricotta e Nino Santovito, arrisero a quest'ultimo ma il voto fu dichiarato illegittimo per una questione di brogli e Casalanguida fu commissariata tornando alle urne nel 2011 con la vittoria di Ricotta. Nel 2009, Luca Conti non poté candidarsi per motivi anagrafici, non aveva ancora raggiunto la maggiore età, il periodo di commissariamento ha fatto sì che arrivasse a festeggiare i diciotto anni e anche lo straordinario successo personale che, nella tornata elettorale del 2011, gli è valso la nomina a vice-sindaco. Una profetica coincidenza: “Davvero un segno del destino, il biennio di commissariamento mi ha permesso di candidarmi giovanissimo perché lo sentivo nel cuore anche se dovetti far fronte alle perplessità della mia famiglia, dove nessuno ha mai fatto politica. Avevano chiesto a mio padre di candidarsi per riempire la lista ma ero io intenzionato ad accettare la sfida. Si trattò quasi di un salto nel buio, al di là dei miei genitori, di mio fratello, di mia nonna e mio nonno, non avevo una base elettorale sicura, tutti i miei coetanei non potevano votarmi perché non ancora maggiorenni, l'unico amico che avrebbe potuto farlo era il figlio del candidato a sindaco della lista avversaria, ma giustamente aveva il padre a cui dare il voto. Il giorno delle votazioni, stavo a casa mia e i miei genitori, nel tentativo di mitigare quella che per loro poteva essere una mia grande delusione, mi dicevano di non farmi troppe illusioni e che la sorte che poteva toccare a me l'avevano già subita molti altri ragazzi. Al seggio, poi, le 59 preferenze convalidate, più altre quattro annullate, avevano suscitato intorno a me uno stupore generale. Una grande emozione quando il neo sindaco Andrea Ricotta mi conferì l'incarico di vice-sindaco”.

I PRIMI PASSI – Per quanto possa essere gratificante dal punto di vista personale, ritrovarsi a ricoprire una carica pubblica così densa di oneri ad appena diciotto anni, non è affatto semplice, ma è in quegli anni che è deflagrata definitivamente la sua passione per la vita amministrativa: “Bisognava mettersi al lavoro, c'erano le colonie estive, le manifestazioni, le feste, la necessità di non gravare troppo sulle casse comunali ma di procacciare gli sponsor per finanziare le iniziative. L'amministrazione seppe far fronte con senso civico anche alla nevicata del 2012 che durò più di una settimana, un impegno che ci accreditò favorevolmente agli occhi della gente. Poi mi ritrovai a dover gestire la nostra squadra di calcio e, dopo ventun'anni, ritornammo a vincere un campionato approdando in Seconda Categoria creando una dirigenza molto giovane e una squadra di tutti ragazzi locali. Fu anche un campionato sofferto, ci sfuggì la leadership proprio nelle ultime giornate ma conquistammo la categoria superiore attraverso i play off. Nel corso degli anni, purtroppo, ci sono stati dei problemi che ci hanno fatto perdere di nuovo la categoria che, però, abbiamo riconquistato proprio nello scorso campionato dove abbiamo recitato il ruolo della lepre vincendo con cinque giornate di anticipo. Anche per la prossima stagione ci stiamo attrezzando perché ci sia sempre una preponderanza di casalanguidesi, del resto che senso ha andare altrove? Giocare per la squadra del proprio paese, avere l'onore di indossarne la maglia, trasmette sensazioni uniche, un trasporto emotivo maggiore”.

L'ELEZIONE A SINDACO – Dopo cinque anni nella veste di vice-sindaco, il grande salto, una sfida che presentava tanti rischi: “Il sindaco uscente, Andrea Ricotta, aveva già manifestato la sua intenzione di non ricandidarsi mostrandosi comunque disponibile ad appoggiare la mia candidatura. In un primo momento, la mia scelta attirò grande contrarietà, si parlava di formare una lista unica con un candidato super partes, una persona affermata nella vita professionale, a quel punto ero anche disposto a fare un passo indietro per il bene del paese ma, in realtà, questa figura non era stata individuata, era una prima mossa da campagna elettorale dello schieramento opposto. Nel formare la lista che appoggiava la mia candidatura, ho voluto fortemente che ci fosse anche una rappresentanza femminile, ragazze giovani ma con grandi competenze in ambiti sensibili per una amministrazione. A tutti i ragazzi che avevano accettato la sfida di candidarsi mettendoci la faccia dicevo di non prendere impegni che non avrebbero potuto mantenere ma di promettere solo grande dedizione e di essere i referenti dei cittadini a cui chiedevano la fiducia. Il riscontro della cittadinanza è stato impressionante, vincere con uno scarto di trentasei voti è una forbice ampia anche considerando la tornata precedente dove la differenza era stata di cinque voti. Il mio competitor, Nino Santovito, un signore che mi ha visto crescere essendo un grande amico del suo terzo figlio, con quest'ultimo presente anche all'apertura della mia campagna elettorale, il giorno dopo i risultati delle elezioni, ha presentato la lettera di dimissioni perché, avendo l'età di suo figlio, non avrebbe mai potuto farmi opposizione. Anche la campagna elettorale è stata molto sobria, il confronto è rimasto circoscritto ai temi, sulla visione che avevamo del futuro, senza trascendere nella sfera personale come spesso succede in queste situazioni. Il primo passo che ho voluto fare da sindaco è stato quello di riunificare il paese perché, anche se il confronto tra i candidati resta civile, in paese si creano sempre delle fazioni, purtroppo anche tra parenti”.

DA COMUNE A COMUNITA' – In ogni territorio tiene sempre banco il concetto di comunità, ogni amministratore si augura di riuscire a formarne una in cui i cittadini possano sentirsi parte attiva, con ciascuno che possa essere portatore di idee costruttive e propositive. Forse non c'è una ricetta univoca ma Luca Conti ha una sua idea su come trasformare un comune in una comunità: “C'è bisogno di responsabilizzare le singole persone e far sì che vedano negli amministratori i primi a prendersi cura dei problemi. Se, per esempio, c'è da spalare la neve per le strade, il primo a mettersi al lavoro deve essere il sindaco, solo così si può creare una empatia tra cittadinanza e istituzioni. Altro esempio, se una associazione del territorio si propone di organizzare una manifestazione, deve sempre vedere nel Comune un sostegno per la promozione, la logistica e, per quanto possibile, anche il finanziamento, quest'ultimo punto resta una nota dolente perché operiamo in condizioni di estreme ristrettezze economiche, senza fondi e con la necessità di dover comunque garantire servizi di qualità. Se la gente vede che un sindaco si sporca le mani, allora è più facile trovare uno spirito collaborativo negli altri, un po' come un padre di famiglia, se pretende un certo comportamento in casa ha il dovere di fornire il buon esempio. Adottando questo stile, anche se si dovessero commettere degli errori, la gente crede alla buona fede e non ci sono capri espiatori da sacrificare sull'altare della gogna pubblica. Qui a Casalanguida cerchiamo di far valere la legge del buonsenso, non solo rendendo partecipe l'opposizione di tutte le nostre iniziative, ma anche e soprattutto andando incontro alle esigenze dei cittadini. Faccio un esempio, se una famiglia ha difficoltà nei pagamenti dei tributi, sappiamo che è dovuto a dei problemi e cerchiamo di individuare le soluzioni attraverso piano di rientro, rateizzazioni senza interessi. Bisogna capire che se una famiglia versa in condizioni di difficoltà economica, il Comune ha il dovere di andarle incontro, altrimenti viene meno il concetto di comunità”.

LO STILE DELLA CAMPAGNA ELETTORALE – Essere eletto sindaco è sicuramente una emozione inenarrabile per un ventitreenne, ma in questi casi non ci si può mai dimenticare gli attimi che precedono la gloria, quando nell'aria si fiuta qualcosa di travolgente in attesa che erompa. Luca Conti ripercorre tutte le tappe salienti della giornata che l'ha condotto ai ponti di comando: “La mattina delle elezioni ero a fare colazione al bar insieme al mio antagonista, questo per far capire lo spirito della contesa. Poi si sa come si vivono queste giornate, non si può fare campagna elettorale ma si cerca di capire la decisione di qualche persona incerta attraverso un sorriso, una stretta di mano. A seggio chiuso, arriva un calo di tensione, non avevo pranzato e mi rintanai a casa in compagnia del mio ex sindaco, Andrea Ricotta. In queste situazioni, ci si lascia un po' andare aspettando solo i risultati, ci si beve un bicchiere e, mentre guardavamo Rete8 in tv, ad un certo punto intervistano l'onorevole Di Stefano, il quale si espone dicendo che a Casalanguida era stato appena eletto il sindaco più giovane dell'Abruzzo. Ero incredulo sentendo quelle parole, perché erano state scrutinate appena 150 schede su 700, eravamo lontanissimi anche dalla metà. Dopo un po', mi chiama stesso lui per farmi gli auguri e mi dice che, dall'alto della sua esperienza, il vantaggio accumulato non sarebbe stato colmato. E pensare che, dopo le prime schede, la nostra lista era sotto di qualche voto, in cuor mio sapevo di poter vincere ma ad un certo punto avevo iniziato a credere di essermi sbagliato. Poi eravamo ritornati in vantaggio e la forbice si allargava sempre di più quando, con una settantina di schede ancora da scrutinare, il vantaggio si era ridotto di una quindicina di voti. Ancora tanta tensione, perché non si poteva ancora festeggiare, ma ad un certo punto, nella fase cruciale, c'è stato l'allungo decisivo con il mio ex sindaco che mi aveva detto di andarmi a cambiare perché bisognava andare in piazza a festeggiare. Indimenticabili quelle scene, la consegna della fascia tricolore, i festeggiamenti fino all'alba, emozioni indelebili che acquistano ancora più valore se vissuti con la propria gente”.

REGIONALI ABRUZZO – Luca Conti, oltre ad essere uno dei sindaci più giovani d'Italia, dal 2013 è anche coordinatore provinciale dei giovani di Forza Italia e non ne ha mai fatto mistero. Anzi, ci tiene a scindere la dimensione amministrativa da quella politica, senza che l'una condizioni l'altra. Doveroso anche un riferimento alle prossime elezioni regionali, nei giorni scorsi ha destato scalpore la decisione della Lega di correre da sola mettendo a repentaglio la coalizione di centrodestra al governo in tante altre Regioni, ma il sindaco di Casalanguida apre a scenari diversi: “Innanzitutto, relativamente al mio schieramento in Forza Italia, qui lo sanno tutti e mai nessuno mi ha etichettato come quello di centrodestra perché, da amministratore locale, ci tengo a tenere lontana la politica dei partiti. Non è mai successo che in campagna elettorale venisse qualche esponente della classe politica nazionale. Per quanto riguarda le imminente elezioni regionali in Abruzzo, non credo che la Lega correrà da sola, la coalizione di centrodestra si presenterà unita. Diciamocelo francamente, la Lega se si presenta da sola non ha molte possibilità di vittoria, così come se lo dovesse fare Forza Italia, la soluzione ideale è tenere salda l'alleanza convergendo su un candidato presidente che possa andare bene a tutti. Dal momento che in Abruzzo, alle elezioni politiche del 4 marzo, Forza Italia ha ottenuto più voti della Lega, è giusto che sia il partito capofila della coalizione per le Regionali, comunque è solo con la compattezza che si può sperare di prevalere. L'importante è che si archivierà una legislatura di centrosinistra in cui si sono sentite molte promesse ma zero fatti, e di questo ne abbiamo pagate le conseguenze anche noi amministratori locali”.

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