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Sabrina Di Tullio e Lennart Frändén parlano della scuola in Svezia

Grande attenzione del team docente al successo formativo di ogni alunno

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Si sente spesso parlare della scuola svedese, ma com’è veramente la scuola in Svezia? Quali sono le differenze con la scuola italiana?

Abbiamo colto l’opportunità di intervistare  : Sabrina Di Tullio, Coordinatrice Pedagogica della International School Center, con sede all’Incoronata di Vasto, che collabora con una rete internazionale di scuole europee,in particolare con la Svezia . E’ riuscita a creare dei contatti tra la sua scuola e quelle svedesi, per scambiarsi progetti e idee, soprattutto con la città di Lidköping. In questo periodo è presente a Vasto anche Lennart Frandén, coordinatore pedagogico internazionale della municipalità di Lidköping in Svezia, che si occupa dei progetti internazionali pedagogici per i 6000 studenti della sua municipalità. E’ qui in questo periodo per coordinare progetti con le scuole di Vasto, soprattutto con il linguistico e con l’alberghiero di Termoli.  Lennart  ha il ruolo di mettere in contatto tutte le scuole superiori della sua municipalità con il resto del mondo, viaggia molto con gli studenti, scrive progetti, collabora con i docenti di molte nazioni.

Sabrina racconta che va spesso in Svezia come pedagogista. In un’attività europea, qualche anno fa, ha avuto contatti con la scuola svedese per un progetto scolastico e da allora la collaborazione è frequente. Apprezza molto la scuola svedese che considera innovatrice per molti aspetti.

Le scuole utilizzano molto di più il loro territorio, rispetto a noi, spiega Sabrina. Le loro scuole sono spesso in mezzo al bosco. Loro vivono veramente  la vita ecologica, c’è un imprinting al rispetto all’ambiente da appena nati. Nel nido ad esempio, anche in inverno, i piccoli fanno il riposino pomeridiano all’aperto, per abituarsi al clima. Gli svedesi hanno un proverbio :“Non esiste un cattivo tempo, ma cattivi vestiti”. I giochi e le attività all’aria aperta sono considerate essenziali per potenziare le difese immunitarie ed abituare i bambini al clima rigido, per godere al massimo delle poche ore di luce durante l’inverno ed insegnare loro ad amare la natura.

Sabrina ha svolto il suo ruolo di pedagogista in un istituto Turistico in Svezia, con un progetto di pedagogia interculturale , con laboratori sull’autoconsapevolezza emotiva. Si è resa conto quindi direttamente di come, ad esempio, il lavoro in team in Svezia sia molto sviluppato. Più insegnanti collaborano insieme per il bene comune di ogni singolo alunno.

Se c’è un alunno che rimane indietro, per tante possibili motivazioni, insieme, tutto il team dei docenti cerca una soluzione, anche chiamando un collega più esperto, che ha le capacità di incrementare il percorso formativo del ragazzo, per il bene comune.

Una cosa molto importante è proprio la collaborazione, tra docenti, ma anche tra alunni. Se c’è una festa, tutti si attivano, da piccoli si insegna a collaborare.  Lennart dice che lo stato svedese investe molto nella scuola. Ed è proprio per questo che è diventata una delle migliori scuole europee.

Nel primo anno di vita, la scuola accompagna la famiglia, per consentire al bambino di rimanere a casa con i loro genitori. Sono previsti degli aiuti a casa, gratuiti dallo stato. C’è l’ostetrica, l’infermiera, la pedagogista, ecc.. Ad un anno i bambini possono andare al nido. I docenti amano molto la pedagogia italiana, seguono il modello di Loris Malaguzzi  e Maria Montessori con un approccio sempre aperto al territorio.

Dalle ore 6,30 circa la scuola materna apre, dipende dal bisogno dei genitori che lavorano entrambi. Le attività scolastiche iniziano come noi alle 8,30 ma hanno un ampio tempo di prescuola. Con l’educatrice fanno colazione i bambini che arrivano presto. Le classi sono formate da circa 12 bambini. Verso le 17 la scuola chiude. Ci sono molte ore dedicate alla psicomotricità nella scuola dell’infanzia e alle attività sportive dalla scuola primaria in poi, per evitare la tendenza all’isolamento dei ragazzi con le nuove tecnologie

Sin dalla scuola primaria lo stato dà ad ogni studente un Ipad e un computer gratuito che viene cambiato ogni due anni. Al docente viene dato anche un cellulare gratuito perché sono pubblici ufficiali.

Non hanno una legge sui dsa, ma essendo le classi molto esigue, massimo 12-15 alunni, il team individua facilmente chi ha delle necessità speciali, si individua quindi un insegnante che affianca l’alunno per il tempo necessario, facendo contemporaneamente un piano con la famiglia. In questo modo nessuno rimane indietro. L’organico dei docenti è maggiore rispetto al numero di classi, proprio per garantire questo percorso individualizzato. In tutte le scuole è presente un team di docenti esperti: psicologici, assistenti sociali, pedagogisti, psicopedagogisti.

La scuola primaria in Svezia inizia a 7 anni, quindi un anno più tardi rispetto all’Italia. A 6 anni i bambini sono invitati ad un anno propedeutico di Preschool in cui si lavora principalmente sulla formazione della classe, come gruppo unito, gettando le basi per l’anno seguente. La scuola svedese ha considerato che solo a 7 anni il bambino è veramente pronto per l’apprendimento, non solo dal punto di vista cognitivo, ma anche dal punto di vista relazionale ed emozionale.

In Svezia la scuola è obbligatoria dal compimento di 7 anni al compimento di 16 anni. La Scuola Secondaria dura tre anni e si suddivide in programmi scelti dagli studenti in base alle loro competenze. Sono previste, a differenza dell’Italia, molte scuole superiori professionali .

Nella scuola è prevista una valutazione senza punteggio, non interessa il voto, dice Leander , la valutazione in Svezia la fanno gli ispettori alla scuola, non agli alunni. Ciò che interessa è raggiungere il successo formativo di tutti. Tutti hanno il diritto di riuscita.

Le aule delle scuole svedesi sono molto grandi pur avendo pochi alunni. Spesso sono aule circolari con ampie vetrate. Sabrina precisa che c’è una grande conoscenza inglese sin dalla più tenera età. Tutti in Svezia sanno parlare in inglese, anche gli anziani. Nella scuola primaria e superiore ci sono circa 5 ore di inglese. Lennart  dice Noi svedesi siamo abbiamo una lingua difficile. Se vogliamo comunicare con gli altri europei, conoscere bene una seconda lingua è assolutamente indispensabile”.

Le scuole sono a tempo pieno in ogni ordine di scuola. Il sabato e la domenica è considerato della famiglia. Il sabato pomeriggio e la domenica tutti i negozi sono chiusi, per consentire a tutti di stare in famiglia.

I libri sono gratuiti, il pranzo scolastico è gratuito, l’università è gratuita, ma si devono comprare i libri universitari, ma lo stato fa un prestito ai ragazzi, che possono restituire a interesse zero , appena entrano nel mondo del lavoro, per consentire a tutti di studiare.

I ragazzi , durante le vacanze estive, dai 16 anni, per 3 settimane, possono svolgere un lavoro estivo, un lavoro sociale, nella biblioteca, al parco, nelle colonie, per il bene comune,  per abituarli all’impegno e alle responsabilità.

Grazie a questo interscambio con la Svezia la scuola parificata di Sabrina a Vasto è cambiata molto, è stato implementato molto l’inglese con insegnanti madrelingua, con un impegno quotidiano, basandosi sempre sul gioco. C’è un approccio anche con il territorio, sottolinea Sabrina, con qualsiasi condizione meteorologica. C’è anche una maggiore attenzione alla psicomotricità e si lavora anche molto sulla famiglia.

In Svezia la famiglia non è mai contro la scuola, vuole essere aiutata ed è sempre supportata dal team dei docenti, non è importante la valutazione, ma il processo educativo, che trova le modalità giuste per garantire una buona preparazione.

I docenti svedesi lavorano circa 40 ore settimanali, 20-25 ore in classe e poi ore di progettazione, spesso in team , sempre a scuola. Ci sono molte pause per i docenti, c’è la sala relax a scuola e la sala studio. Guadagnano circa 3000 euro al mese, come stipendio base.

Nel prossimo anno scolastico, Sabrina ha vari progetti con la scuola svedese per interessanti interscambi. Tra i progetti futuri c’è quello di portare i genitori della sua scuola in Svezia, per far capire meglio le innovazioni svedesi nella scuola dell’infanzia.

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