Sarà il professor Renato Ariatti a eseguire la perizia psichiatrica a Fabio Di Lello.
Lo ha stabilito oggi la Corte d'Assise d'Appello dell'Aquila che ha poi aggiornato il processo di secondo grado il prossimo 24 maggio.
Il luminare dovrà verificare se, al momento dell'omicidio di cui è reo confesso, il 34 enne fornaio vastese, Fabio Di Lello, fosse capace d'intendere e di volere. Di Lello, che sconta in carcere a Lanciano la condanna a 30 anni per l'assassinio di Italo d'Elisa, 21 anni, avvenuto il pomeriggio del 1 febbraio 2017 in viale Perth a Vasto, era oggi in aula all'Aquila. Accanto a lui i legali difensori, Pierpaolo Andreoni e Giuliano Milia, che, un mese fa, avevano convinto i giudici a far eseguire l'accertamento clinico a carico del loro assistito. "Fabio sta prendendo parte al processo di secondo grado con grande dignità ", ha detto l'avvocato Andreoni.
La famiglia d'Elisa, costituitasi parte civile, è seguita nel processo dagli avvocati Pompeo Del Re e Gianrico Ranaldi. Italo d'Elisa venne ucciso con tre colpi di pistola da Di Lello, che, mai più ripresosi dalla morte della moglie, Roberta Smargiassi, 34 anni, riteneva il 21 enne il responsabile della tragedia stradale: la donna fu travolta dall'auto guidata dal giovane e morì poco dopo il ricovero in ospedale una sera di luglio 2016.