Mangiano al ristorante, non pagano e rubano pure l'auto alla titolare del locale.
E' successo sabato a Vasto ed a ricostruire l'episodio è il dirigente del Commissariato di Polizia, commissario capo Fabio Capaldo.
Nel pomeriggio di sabato scorso gli operatori della Squadra Volante del Commissariato di Vasto si portavano in corso Plebiscito dove era stata segnalata una coppia che, con fare sospetto, era scesa frettolosamente da un'auto di colore blu e immediatamente si era allontanata tra le vie adiacenti.
Una volta sul posto gli agenti accertavano che la vettura in questione, un’Opel 'Agila', era stata precedentemente segnalata come oggetto di furto.
Raccolte le descrizioni dei due che poco prima avevano abbondonato l’auto, gli operatori perlustravano la zona e riuscivano ad individuarli mentre, alla vista della Polizia, tentavano di dileguarsi. Appena venivano fermati, si avvicinava un cittadino che riferiva agli agenti di aver riconosciuto negli stessi la coppia che poco prima aveva consumato un pasto nel suo ristorante per una somma di poco più di 50 euro e che era andata via senza pagare. Avevano inventato di non aver denaro contante e che sarebbero tornati a saldare il conto dopo aver prelevato in un vicino sportello bancomat.
Per giunta, quasi immediatamente dopo che la coppia aveva lasciato il locale, la moglie del proprietario, si era accorta che mancavano le chiavi dell’auto dal giubbotto della propria giacca, appesa all’ingresso del locale stesso e, uscita nel parcheggio, aveva constatato che la vettura era stata rubata.
Alla luce dei fatti su descritti, l’uomo, privo di documenti di identità, veniva sottoposto a perquisizione personale che dava esito positivo, in quanto nella tasca dei pantaloni si rinveniva proprio la chiave dell’auto rubata. Entrambi venivano accompagnati negli uffici del Commissariato ed identificati, l’uomo per C.I., 40 anni, di nazionalità rumena e residente a Vasto, arrestato per furto aggravato in concorso ed insolvenza fraudolenta. La donna, P.S., 44 anni, di Vasto, veniva denunciata in stato di libertà per il medesimo reato.
C.I., giudicato in “direttissima” nella giornata di ieri, patteggiava una pena di 6 mesi di reclusione e 300 euro di multa.
