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Discussione sulla delibera della Corte dei Conti negata, minoranze critiche

Il centrodestra diserterà la prossima riunione del Consiglio comunale

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Hanno deciso di disertare il Consiglio comunale se non verrà modificato l’ordine del giorno per consentire il dibattito sulla situazione debitoria dell’ente.

Salgono sulle barricate gli esponenti dei partiti e dei movimenti civici del centrodestra che da tempo chiedono di discutere in aula della delibera del 21 settembre scorso della Corte dei Conti sul disequilibrio di cassa pari a 9,2 milioni di euro corrispondente al 78% delle riscossioni di parte corrente. In realtà il provvedimento è stato inserito all’ordine del giorno del prossimo Consiglio comunale in programma il 27 dicembre,  alle 9, ma solo come “presa d’atto”. Quelle due parole hanno scatenato la protesta di Davide D’Alessandro, Alessandro d’Elisa, Guido Giangiacomo, Edmondo Laudazi, Francesco Prospero Vincenzo Suriani che annunciano di abbandonare l’aula.

“Non c’è uno tra noi che possa accettare l’ennesima prevaricazione del sindaco Francesco Menna e del presidente Giuseppe Forte di impedire la discussione sulla delibera della Corte dei conti”, dicono i sei consiglieri di minoranza, “se non verrà consentito  un ampio, doveroso e legittimo dibattito sulla gravissima crisi debitoria del Comune noi non parteciperemo al consiglio comunale. La nostra serietà ci impone di restare fuori dall’aula”.

Diversa la posizione del gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle. Pur stigmatizzando “l’ennesima prepotenza istituzionaleDina Carinci e Marco Gallo annunciano che “parteciperemo al Consiglio comunale, riservandoci ulteriori interventi ed azioni nelle sedi opportune, qualora questa grave lesione delle prerogative dell’assemblea civica non dovesse essere sanata”.

Insomma, si annuncia di fuoco l’ultima assemblea civica del 2017 e non solo per i conti in rosso. Oltre alla delibera della magistratura contabile, l’ordine del giorno contempla anche una raffica di interrogazioni ed interpellanze alcune delle quali accendono i riflettori su incarichi e costi delle tre istituzioni culturali cittadine: Teatro Rossetti, Scuola civica musicale e Centro Studi Rossettiani. Mentre l’opposizione consiliare è pronta a fare le pulci ai bilanci delle strutture censurando i compensi mensili attribuiti ai dipendenti comunali che svolgono funzioni di segretari, la maggioranza si prepara a rintuzzare le critiche. Si parlerà anche di “familismo” negli incarichi pubblici. L’occasione è offerta da una mozione presentata da D’Alessandro e da altri quattro colleghi di minoranza.

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