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Il vivissimo business degli estinti

Senza Vergogna: privatizzano persino il cimitero

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La privatizzazione del Cimitero è senz’altro una tappa dell’egemonia capitalistica che oltrepassa le più fantasiose menti. Pochi giorni fa, l’Assessore Barisano ha annunciato che, preso atto, delle truffe di sconosciuti che si spacciano per dipendenti comunali e i numerosi furti di lapidi, la soluzione più praticabile è quella di procedere alla privatizzazione dell’area più delicata della memoria e dell’anima di qualsiasi comunità.

Il profitto, in altre parole, arriva ovunque e si sa, dove c’è profitto c’è il PD (con al seguito i vari duripuristi della sua “non” sinistra).

Eppure questo nostro Paese di privatizzazioni dirette e/o indirette, ne ha conosciute tante e quando tali privatizzazioni sono avvenute, le cose sono migliorate?

Dopo l’ingresso della parità tra scuole pubbliche e private, la scuola pubblica è oggi migliore?

Dopo il rafforzamento della sanità privata, quella pubblica è oggi in ottima salute rispetto al passato?

I Comuni che in Italia hanno appaltato l’illuminazione pubblica, hanno migliorato il servizio al cittadino?

E i cittadini, dopo queste ondate di privatizzazioni, pagano meno o di più? Stanno meglio oppure peggio?

I cittadini del Comune di Locorotondo (BA), devastati da tali ondate di privatizzazioni localistiche (che quindi ben le conoscono), hanno addirittura indetto un Referendum popolare nel quale il NO ha vinto con il 98,2% dei consensi. Il perché di questo sentimento lo spiega bene in un altro Comune (Viterbo nella fattispecie), un consigliere Comunale proprio del PD, Mario Quintarelli, che afferma: “non si vede il motivo per il quale il beneficio economico debba essere garantito ad altri”.

Il principio economico per cui si deve privatizzare gli utili e socializzare i debiti non può assolutamente essere applicato e perseguito in questo settore specifico di attività comunale. Evitiamo di andare ad arricchire alcune società o qualche holding della morte […].

I Cimiteri sono parti integranti della nostra Città e delle nostre Frazioni, luoghi permanentemente legati alla vita, luoghi in cui vengono ricordate le persone conosciute e quelle sconosciute, sono spazi di pace e di invito alla riflessione, conferma dei valori perenni, che saranno sempre presenti. Si tratta di luoghi che offrono al pellegrino sincero e ad un vero osservatore una miriade di informazioni storiche sulla località e la regione in cui si trova. Sono questi i motivi per cui i Cimiteri vanno visitati, senza alcun indugio, essi raccontano storie di militari, contadini, pastori, artigiani, possidenti terrieri, storie spirituali e destini la cui fine è intagliata o scolpita sulle croci in legno o ferro battuto, è scritta nelle lapidi sepolcrali, nelle tombe e nei mausolei. ”

Tali varie riflessioni ci portano a sostenere che l’Assessore Barisano ed il Sindaco di Vasto debbano tornare indietro rispetto all’idea della privatizzazione di un luogo che rappresenta la Storia della città.

Ci chiediamo, a fronte dei numerosissimi tributi che vertono sul cimitero, per quale motivo non siano utilizzate altre e più efficaci strade risolutive anche perché secondo il nostro ordinamento la titolarità della funzione nell’ambito della polizia mortuaria (Artt. 337, 343, 394 Testo Unico Leggi Sanitarie e DPR n. 285/1990) spetta sempre all’ente locale cui sono attribuiti non solo i poteri di controllo e regolazione, ma anche il dovere di assicurare il pubblico servizio esequiale e di sepoltura o cremazione (Legge 29/10/87 n. 440, Legge n. 130/2001, Art. 1 comma 7bis Legge 28 febbraio 2001 n. 26).

Questa logica, in origine prevedeva un’assoluta esclusività (leggasi privativa sui trasporti funebri ex Regio Decreto 3 marzo 1934, n. 383 poi abrogato dalla Legge n. 142/1990) che oggi pare attenuata solo alla fase funebre.

Come sostiene una delle principali organizzazioni di settore che noi condividiamo: “Questa soluzione di fortissima impronta neoliberista suscita però alcune perplessità: infatti il miraggio di un facile businness quasi illimitato potrebbe condurre a feroci e disinvolte speculazioni edilizie, come è puntualmente avvenuto negli Stati Uniti, senza considerare che una visione troppo aziendalistica del sacro recinto potrebbe, con l'ossessione del profitto, violare la stessa sacrale pietà per i defunti, di cui i sepolcreti sono da sempre silenziosi custodi."

Ricordiamo che alcuni anni fa la Giunta La Penna ha compiuto la scelta politica di combattere criminalità e disagio trasformando Vasto in un “Grande Fratello” disseminato di telecamere senza aver risolto nulla dal punto di vista del disagio visto che “si rubano lapidi e si incontrano truffatori”. All’epoca molti comunisti consigliarono l’ex (o il super) Sindaco, di destinare quelle risorse alle politiche sociali perché non è con la repressione che si affrontano le difficoltà del proprio popolo. Anche oggi diciamo che le difficoltà non si affrontano con l’ingresso del profitto ma con una sapiente programmazione di interventi di potenziamento dei settori pubblici che soffrono l’indifferenza e/o l’assenza delle relative Istituzioni. Le rilevantissime entrate che il cimitero garantisce al Comune di Vasto sono più che sufficienti per rilanciarlo con un’azione politica e amministrativa efficace.

Ma ben sappiamo che la campagna elettorale si avvicina e per il PD e la Sinistra borghese al suo fianco, i lavoratori, gli oppressi, i proletari, i disoccupati e i pensionati non sono più da decenni un punto di riferimento.

Il Partito Comunista invita i cittadini tutti ad intervenire per impedire che il luogo dell’identità, della memoria e degli affetti non si trasformi nell’ennesimo “Eldorado” di coloro che costano molto più di un affamato che ruba (???) una lapide, nel quale il rischio d’impresa è inesistente e il rischio di contrastare con gli interessi del popolo è più che concreto.

Partito Comunista

Sezione V.I. Lenin - Vasto

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