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Legalità, etica e diritto: interrogativi a margine di un convegno

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Ho letto del convegno tenutosi presso il Teatro Rossetti il 23 novembre, organizzato dai Giuristi Cattolici di Vasto (la cui sede è presso la Parrocchia di San Paolo Apostolo) dal titolo “Legalità, etica e diritto”.

Sono rimasto meravigliato dal comportamento del Vescovo Mons. Bruno Forte che, sembra, non aver compreso quanto affermato dal Procuratore della Repubblica, Dott. Giampiero Di Florio, il quale ha sottolineato la necessità che i  pubblici amministratori coinvolti in procedimenti giudiziari debbano sentire il dovere civico di non avere a che fare con la cosa pubblica e che, perciò, debbano farsi (o  debbano essere messi) da parte, senza nascondersi dietro l’attesa del passaggio in giudicato della sentenza.

Se si condivide l’opinione del Dott. Di Florio, come il convinto plauso di Mons. Forte lascia ritenere, credo che, mutatis mutandis, il principio vada applicato anche in campo ecclesiastico.

Ed allora, è possibile che S.E. Mons. Bruno Forte non si sia accorto che, tra gli spettatori plaudenti, seduto in prima fila, vi era il suo collaboratore Don Gianni Sciorra, Parroco di San Paolo Apostolo, suo vicario episcopale per la zona di Vasto e del Vastese, rinviato a giudizio per la morte di mio suocero Mascilli Domenico (il volontario deceduto a settembre 2014 durante l’esecuzione dei lavori per la realizzazione dell’Emporio della Solidarietà) per i reati di omicidio colposo e violazione della normativa sulla sicurezza sul lavoro?

E comunque, a prescindere dalla condivisione o meno del punto di vista del Procuratore Dott. Di Florio ed a prescindere dal fatto che si potrebbe anche sostenere la diversa natura dei reati - dolosa nel primo caso e colposa nel secondo -, poiché nel convegno si è parlato anche di etica, vorrei chiedere a S.E. il Vescovo se, secondo lui (al di là dei sacrosanti diritti che ogni imputato ha e che decide di esercitare nel modo che ritiene più opportuno), risponda ai canoni di un comportamento eticamente corretto quello di un Ministro di culto che:

1) anziché offrire il proprio contributo all’accertamento della verità, si avvale, nella fase delle indagini preliminari, della facoltà di non rispondere;

2) sceglie, da subito, di farsi assistere, anziché da un difensore d’ufficio, da due ottimi professionisti, addirittura di due Fori diversi, uno dei quali, del Foro di Pescara, considerato in assoluto tra i migliori penalisti abruzzesi;

3) rimane sempre assente nel processo e, quindi, non partecipa né alle udienze preliminari, né a quelle dibattimentali.

Inoltre, mi viene spontaneo chiedere a S.E. Mons. Bruno Forte se sia eticamente corretto, da parte sua, imputare  l’omicidio D’Elisa alla lentezza della giustizia (sbagliandosi di grosso, come poi lo stesso Vescovo ha dovuto ammettere a seguito della dura reprimenda del Procuratore Dott. Di Florio e del Presidente del Tribunale Dott. Giangiacomo) e non profferire neppure una parola sul fatto che, nella vicenda giudiziaria inerente la morte di mio suocero, nel cui giudizio avanti al Tribunale di Vasto è parte anche la Diocesi Chieti-Vasto in qualità di responsabile civile, si arriverà a sentire i primi testimoni della Procura solo il prossimo 17 gennaio, a distanza di 3 anni e 4 mesi dall’evento?

Infine, è eticamente corretto il comportamento del Sindaco (che è intervenuto in apertura del predetto convegno) il quale, incurante di tutto, nell’arco temporale di appena 40 giorni ha premiato per ben due volte Don Gianni Sciorra, conferendogli persino la Bagnante d’Argento (“per aver realizzato l’Emporio della solidarietà” – questa la motivazione), il prestigioso riconoscimento che il Comune di Vasto assegna agli abruzzesi che maggiormente rappresentano l’Abruzzo in Italia e nel mondo?

Attendo risposte.

                                                                            

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