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Tumore al seno e prevenzione: l'importanza dello screening mammografico

L’Abruzzo è la quarta regione italiana, dopo Sicilia, Calabria e Campania, col più basso numero di donne che si sottopongono alla mammografia

redazione
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Cultura della prevenzione del tumore al senoconsapevolezza che lo screening mammografico è uno strumento fondamentale per la tutela della salute femminile

Questi i concetti al centro della campagna di sensibilizzazione promossa da Europa Donna, coordinatore delle associazioni di volontariato femminili del territorio, assieme alla Regione Abruzzo.

“Nel 2016 la Regione Abruzzo, mediante decreti specifici ha avviato un processo di riordino e coordinamento degli screening oncologici grazie al quale oggi anche lo screening mammografico registra un incremento delle adesioni. Occorre ora lavorare per colmare il deficit di informazione che ancora porta molte donne a non usufruire di questo essenziale strumento di prevenzione”, afferma l’assessore regionale alla Sanità Silvio Paolucci.

“Lo screening mammografico gratuito e regolato da specifiche linee guida è una grande conquista ottenuta anche grazie all’azione di lobby del volontariato femminile a livello prima europeo e poi nazionale - dice in merito Rosanna D'Antona, presidente di Europa Donna Italia -. È dunque impegno prioritario di Europa Donna promuoverlo anche in Abruzzo e far capire a tutte le donne l’importanza di questo servizio, giustamente inserito nei Livelli Essenziali di Assistenza, che garantisce diagnosi accurate, esami di approfondimento e, all’occorrenza, immediato collegamento al centro di senologia per le cure necessarie. Le associazioni di volontariato rappresentano per le Istituzioni un alleato prezioso per raggiungere il più ampio numero di donne e agevolare l’adesione ai programmi di screening".

Nel mese della prevenzione del tumore al seno sottolineare questi aspetti diventa essenziale.

I DATI - L’Abruzzo è la quarta regione italiana, dopo Sicilia, Calabria e Campania, con il più basso numero di utenti che si sottopongono alla mammografia. Sono ancora troppe le donne che non vengono informate adeguatamente, non riescono a mettersi in contatto con il centro screening di riferimento, non ricevono l’invito per sottoporsi ai controlli.

Il tumore del seno, ricordiamo, costituisce la patologia tumorale femminile più frequente: in Europa è la seconda causa di morte per cancro, in Italia la prima per le donne tra i 35 e i 50 anni. In Italia ogni anno 50.000 donne si ammalano di tumore al seno e ne muoiono 12.000I numeri del cancro in Italia 2016», censimento Aiom e Registri Tumori). Nella fascia di età tra 50 e 69 anni lo screening mammografico può ridurre la mortalità del 40%Breast-Cancer Screening-Viewpoint of the IARC Working Group», N Engl J Med, June 11, 2015), l’equivalente di 4.800 vite salvate ogni anno.

La mammografia è in grado di intercettare la malattia a uno stadio iniziale, quando è ancora impalpabile. Se il tumore viene curato con le terapie adeguate nelle sue fasi iniziali, la possibilità di guarigione si avvicina al 98%, i trattamenti sono meno aggressivi e invalidanti, la donna riprende più velocemente la sua attività lavorativa, si riduce la spesa sanitaria.

In alcune regioni del Sud le percentuali di estensione e adesione allo screening mammografico permangono al di sotto di un livello accettabile, con gravi conseguenze per la salute delle donne. Per questo Europa Donna Italia, in collaborazione con le associazioni del territorio aderenti alla sua rete, ha avviato un progetto mirato a colmare le disparità esistenti nel nostro Paese in materia di screening mammografico, tramite convegni pubblici nelle regioni dove lo screening è carente per sollecitare l’impegno concreto delle Istituzioni, la sensibilizzazione della popolazione femminile e la partecipazione attiva del volontariato.

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