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Vasto e il 'patrimonio sconosciuto': occhi puntati su Parco Diomedeo e Castello Caldoresco

Le sottolineature di Ivo Menna: "Beni pubblici inutilizzati e scarsamente conosciuti dalla cittadinanza"

redazione
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Vasto e il suo "patrimonio sconosciuto".

Parla di questo, in una lunga ed articolata nota, Ivo Menna, ambientalista storico della città, che si sofferma su alcuni beni pubblici "inutilizzati e scarsamente conosciuti dalla cittadinanza". Tra gli esempi citati spiccano il Parco Urbano Diomedeo e parte del Castello Caldoresco.

"Esiste un ufficio presso il Comune di Vasto dal nome molto enfatico: Patrimonio! La città quindi - evidenzia Menna - dovrebbe possedere edifici e terreni disponibili per essere utilizzati per necessità e urgenze sociali; oppure alienare per fare cassa stante le ristrettezze a cui ci hanno abituati da molti anni. Questo patrimonio sostanzialmente inutilizzato e scarsamente conosciuto dalla nostra cittadinanza, sembra non interessare a nessuno e soprattutto ai residui politici dei vecchi partiti presenti nella assise comunale.

Esiste un elenco o un sommario che possa venire esposto e reso pubblico e non solo leggendolo dai bilanci che la gente comune non comprende?

L’assessore al Patrimonio dovrebbe immediatamente fare in modo che questo elenco diventi di larga circolazione affinchè la città conosca e possa addirittura consigliare e aiutare la amministrazione a farne buon uso con interventi di ripristino e bonifica nel caso in cui edifici e terreni siano abbandonati, degradati e scarsamente mantenuti.

Alcuni esempi: il Parco Diomedeo che si estende dai confini della provinciale Istonia fino ai confini della Statale 16 per circa 33.000 metri quadri, abbandonati alla incuria per oltre 30 anni e che forse aspetta qualche neo speculatore per appropriarsene a quattro soldi. Una volta su una parte di questi terreni abbandonati, di cui si porta intera la responsabilità ogni classe dirigente succeduta al potere cittadino, viveva un vivaio molto ricco e articolato mantenuto dagli operai del Comune. Ma probabilmente il verde e gli alberi non fanno parte della natura e non assolvono a un profitto economico, secondo la interpretazione culturale dei vari politici, e quindi non rappresentano un patrimonio naturale che contrasta i fenomeni della alterazione climatica fattasi ormai sempre più evidente come riconosciuto dai piu grandi scienziati e climatologi.

Ma adesso voglio portare alla conoscenza della città di un altro esempio singolare. Parliamo del Palazzo Caldora, o Caldoresco, con la corona merlata in pieno centro: un esempio di fortezza e palazzo molto originali architettonicamente. Ebbene in questa propietà, o meglio, multiproprietà, poiché la vecchia proprietà delle famiglie Suriani e Palmieri ha inteso nel tempo vendere e frazionare, il Comune di Vasto possiede il Fossato che circonda piazza Barbacani e parte di piazza Diomede, e il Ponte levatoio. Il palazzo è lasciato al degrado e alla fatiscenza, basta osservare le imposte e finestre, e le parti alte murate in cui fioriscono erbe rampicanti e perfino una vegetazione di capperi! E sembra che nessuno del Comune di Vasto si accorga di questo degrado. Non potrebbe il Comune intervenire per acquisire le parti restanti del palazzo storico monumentale con una trattativa con le parti private?. Non sarebbe questo - conclude Menna - un esempio di una seria politica culturale in linea con la tendenza attuale di altre città italiane che vede il recupero di manufatti che hanno contraddistinto una culturale cittadina vastese dei tempi passati? Un recupero della memoria che sembra completamente ignorata?"

 

 

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