“Bisogna conoscere la sofferenza per poter apprezzare la felicità e le cose veramente importanti”: questo uno dei messaggi che la nota cantante Nada ha voluto lanciare al pubblico vastese.
In tantissimi sono accorsi ieri per partecipare al quarto appuntamento dei Giovedì Rossettiani 2017, per ascoltare le parole di questa carismatica cantante, autrice, scrittrice nonché attrice venuta a Vasto con il suo editore ed amico Simone Caltabellotta, per presentare il suo ultimo lavoro letterario dal titolo “Leonida” (Edizione Atlantide).
All’anagrafe è Nada Malanima e pare che il nome fosse stato scelto dalla madre perché così si chiamava una zingara che leggendole la mano le predisse che avrebbe avuto una figlia che avrebbe viaggiato e avuto successo.
Teatro quindi pieno e attentissimo alla storia dell’artista venuta alla ribalta a soli 15 anni grazie alla partecipazione al Festival di Sanremo 1969 con “Ma che freddo fa” (in abbinamento con i Rokes).
Scoperta da Franco Migliacci, la cantate vinse poi il Sanremo del 1971 con Il cuore è un zingaro.
Da allora ha firmato circa una trentina di album, ha scritto quattro romanzi e quest’anno è tornata in classifica conquistando la seconda posizione in quella rock, subito dietro Vasco Rossi.
Una vita artistica piena e poliedrica in cui ha tentato di sganciarsi dalla sua storia passata e da quella identità troppo spesso associata ai successi conseguiti in età giovanile “non per rinnegarli ma per poter semplicemente andare avanti. È difficile poter replicare nella vita un grande successo. Io sono salita alla ribalta giovanissima e avrei rischiato di essere vittima di un continuo revival di ciò che era già stato”.