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Nuovo sito a Punta Penna: non cemento, ma leganti idraulici con ciclo a freddo

Lettera aperta di Peppino Marino (Vasto Impresa Portuale): "La diffidenza non aiuta lo sviluppo"

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Riceviamo e pubblichiamo da Peppino Marino, presidente di Vip (Vasto Impresa Portuale srl) di Vasto.

In qualità di operatore economico e più precisamente di presidente dell’impresa portuale Vip di Vasto, mi corre l’obbligo fare alcune precisazioni in merito alla questione della ditta ES.CAL. Srl affinché la cittadinanza e i vari organismi possano serenamente trarne spunto per le proprie considerazioni e riflessioni.

Innanzitutto va precisato che non si tratta di un nuovo progetto, ma di un impianto industriale già autorizzato dagli organi competenti che è stato realizzato dalla società Vastocem Srl (società che è stata successivamente incorporata nella controllante ES.CAL. Srl ).

Va fugato, altresì, ogni dubbio sulla vera natura del progetto industriale realizzato nella zona Industriale di Punta Penna definito, erroneamente, “cementificio”. 

Tale definizione, infatti, identifica un ciclo di produzione completo del cemento, e cioè un processo che comprende la macinazione delle materie prime per la produzione della farina, la successiva cottura della stessa mediante un forno rotante per la produzione del clinker, l’utilizzo di mulini a sfere per macinare il petcoke al fine di ottenere il polverino di carbone utilizzato come combustibile nel forno, per arrivare solo alla fine alla macinazione nel mulino a sfere del clinker, del calcare e del gesso per ottenere appunto il prodotto finito (cemento e leganti idraulici). L’impianto della Es.Cal. Srl è del tutto privo di qualsiasi linea di produzione a caldo (in altri termini non esiste alcun forno e non si brucia assolutamente nulla) ed è finalizzato alla sola produzione dei leganti idraulici, con il solo ciclo a freddo (per intenderci si effettua la sola macinazione del semilavorato che viene importato dall’estero via nave sul Porto Industriale di Punta Penna.

Inoltre, va evidenziato che, al fine di escludere qualsiasi rilevanza significativa nei confronti dell’area Sic "Punta Aderci-Punta della Penna”, su espressa richiesta dell’Amministrazione Comunale di Vasto, l’impianto è stato sottoposto a Valutazione di Incidenza Ambientale (Vinca)

Su quest’ultimo punto mi preme sottolineare come, il consulente ambientale incaricato, dott. Giorgio Colangeli, nella sua valutazione della Vinca presentata dalla Es.Cal. Srl, abbia indagato su ogni aspetto del progetto e del territorio coinvolto, estendendo il suo studio anche all’ambito portuale, con particolare riguardo al carico e scarico dei materiali e del relativo trasbordo. A riguardo va detto che l’impresa portuale Vip, con un importante investimento, impiega per le operazioni di scarico navi una tramoggia antipolvere di ultima generazione, oltre a un disciplinare che garantisce, come è giusto che sia, il massimo rispetto per l’ambiente, la sicurezza ed un adeguato abbattimento di eventuali polveri che si dovessero generare nelle operazioni di scarico.

Il progetto, al termine del processo di controllo, ha superato ogni verifica.

Terminate le dovute precisazioni, vorrei sollecitare alcune riflessioni, proprio sullo sviluppo dello scalo marittimo di Vasto, di cui tanto si parla ma che poi, all’atto pratico, trova atteggiamenti che osteggiano e, in alcuni casi, hanno perfino allontanato lodevoli iniziative industriali.

Tanto per fare un esempio, vorrei ricordare la vicenda del Gruppo Casillo di Carato, leader mondiale nell’acquisto trasformazione e commercializzazione del grano che, nel 2007, valutò la possibilità di investire a Vasto, con la realizzazione di un mulino che avrebbe portato oltre 200mila tonnellate di traffico e l’assunzione di una trentina di unità lavorative, ma che alla fine dovette rinunciare all’investimento, puntando sul porto di Ortona.

Oggi, sul porto di Vasto, con la ES.CAL. Srl (società facente parte del Gruppo Ramundo, gruppo che opera da tempo sul nostro territorio e che ha già utilizzato le infrastrutture portuali di Punta Penna movimentando volumi importanti di merci), si sta commettendo Io stesso errore e attraverso sterili polemiche stiamo creando difficoltà a un operatore sano che apporterebbe, anche in questo caso, un consistente incremento delle attività portuali e uno sviluppo occupazionale.

Gli operatori di Punta Penna sono consapevoli del valore del territorio su cui insistono i propri opifici e sono rispettosi dell’equilibrio ambientale, ma è giusto che anche la collettività sia rispettosa dell’impegno e del valore etico e sociale espresso dagli imprenditori. La diffidenza non aiuta lo sviluppo e non crea i presupposti per la crescita di una zona industriale già messa in difficoltà dall’attuale crisi economica che ha prodotto una tangibile e generalizzata arretratezza, con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti.

Per risollevare le sorti del nostro territorio non bastano le parole e i piagnisteiVasto, le imprese e il porto hanno bisogno di un atteggiamento costruttivo e concreto, che non significa, come qualcuno vuole far credere, offendere il valore ambientale”.

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