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Esuberi al Conad Iperstore, aspro il confronto sindacati-azienda

Non c'è accordo tra le parti per la gestione del problema occupazionale emerso a inizio 2017

redazione
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“Abbiamo più volte ribadito il nostro impegno ad accogliere la richiesta dell’ulteriore periodo di solidarietà nel rispetto totale del contratto di lavoro nazionale. Questa è la realtà, ma non è bastato. Nel confronto sindacale abbiamo accettato di rinunciare ai licenziamenti collettivi per il bene dei nostri collaboratori e di ricorrere agli ammortizzatori sociali che oggi sono anche più onerosi rispetto al passato. Abbiamo accettato pur sapendo di dover affrontare ulteriori difficoltà economiche e organizzative. La risposta è stata l’imposizione di “paletti” e condizioni che di fatto ostacolerebbero sia il servizio sia l’efficienza. La nostra è stata una posizione di apertura, nonostante il maggior carico economico, perciò adesso dobbiamo dare una corretta informazione”.

Queste le parole della drettrice del Conad Superstore, dott.ssa Anna Boleto, a margine della nota diramata dai rappresentanti sindacali Zanon, Magnifico Di Guilmi dopo l’incontro tenutosi nella giornata di ieri tra gli stessi e la Società Pianeta srl e la Società Adriatica e che ha visto al centro dell’incontro il problema “esuberi”. Quei 45 esuberi annunciati lo scorso 4 gennaio.

Questo quanto si legge dalla nota dei rappresentanti sindacali.

“Il 15 febbraio i rappresentanti del marchio Conad avevano dichiarato che l’unica soluzione percorribile per salvare il fatturato, sempre più esiguo, delle due aziende, era procedere con i licenziamenti. Tuttavia un’apertura era stata concessa con il proseguo dei contratto di solidarietà”. Ma le condizioni dettate dall’azienda non avevano convinto affatto i sindacati: Abbassamento della pianificazione oraria del lavoro settimanale al di sotto delle 18 ore, nessuna soglia minima di lavoro giornaliero (fino ad ora non si poteva essere chiamati a lavorare per meno di 3 ore), nessuna garanzia di una distribuzione equa della percentuale di riduzione oraria tra i dipendenti”. Queste le condizioni dell’azienda. Condizioni non accettate dai sindacati. “L’ incontro di ieri –continuano i sindacalisti- si è dunque concluso con la sottoscrizione di un verbale di mancato accordo. E’ inaccettabile lasciare libera l’azienda di mettere i lavoratori, in gran parte già con contratti part-time, in condizione di comprimere ulteriormente i propri stipendi e di potergli richiedere di andare al lavoro anche per un’ora al giorno. La procedura non è conclusa;  in caso di esito negativo della fase sindacale, la trattativa prosegue nella sede istituzionale della provincia. Sede nella quale Conad ha dichiarato che ritirerà la  disponibilità a richiedere l’ammortizzatore sociale: o si accettavano le condizioni dettate dall’azienda senza discutere o è licenziamento. Ci risulta che l’azienda stia comunicando ai lavoratori, in varie forme,  la propria versione della trattativa,  sostenendo che sono i sindacati che permetteranno il licenziamento dei lavoratori. Riteniamo il messaggio oltreché surreale (la firma sotto la dichiarazione di licenziamento del 4 gennaio non è delle organizzazioni sindacali) anche molto grave. L’obiettivo è forse quello di fare leva sulla paura delle persone?”.

Questa la risposta della Società Pianeta Srl.

“Come soci imprenditori e lavoratori della società PIANETA SRL che gestisce l’ipermercato Conad di Vasto ci sentiamo in dovere di dare una corretta informazione sulla grave problematica occupazionale che viviamo da oltre 4 anni e fare chiarezza sulle questioni sindacali e sulle responsabilità delle parti negoziali. La crisi economica e dei consumi si abbatte sulle nostre realtà dall’inizio del 2012 con diminuzione degli incassi, al 2016, ben oltre il 20%. Da sempre, anche nel perdurare della grave crisi economica, questa società ha mantenuto inalterati i livelli occupazionali, rispettato puntualmente i contratti di lavoro, assicurato tutte le garanzie ai lavoratori, ivi compresa l’imperterrita puntualità del pagamento degli stipendi nonostante le gravi perdite di bilancio. Da quattro anni l’azienda fa ricorso all’ammortizzatore sociale della solidarietà sopportando il costo della rigidità operativa e delle inefficienze organizzative, continuando ugualmente a fare  investimenti rilevanti per rimanere sul mercato e per conquistare un equilibrio economico minimo per assicurare continuità all’attività commerciale e garantire il posto di lavoro alla maggior parte dei lavoratori attualmente occupati. Dopo quattro anni, in data 4 gennaio 2017, abbiamo comunicato alle Istituzioni e alle Organizzazioni Sindacali che non possiamo più sostenere il peso economico dei lavoratori in  sovrannumero e che pertanto dovevamo procedere, con grande sofferenza, a ridurre l’esubero, diventato strutturale, di ben 45 persone. Nel confronto sindacale i rappresentanti dei lavoratori ci hanno richiesto di rinunciare ai licenziamenti e ricorrere ancora una volta agli ammortizzatori sociali, diventati nel frattempo (Job Act) ancora più onerosi per la nostra società per via dell’aumento della contribuzione addizionale. Con grande difficoltà economica e organizzativa abbiamo deciso di accettare, per il bene dei nostri collaboratori, di continuare per altri 18 mesi ad applicare la solidarietà.

Ma neanche questo è bastato alle Organizzazioni Sindacali che hanno preteso furiosamente di imporre condizioni e paletti alle turnazioni settimanali e giornaliere dei lavoratori a scapito del servizio e dell’efficienza di tutte le attività commerciali, a rischio di pregiudicare ulteriormente la crisi delle vendite aggravando anche la già precaria stabilità di tutti i lavoratori.

Abbiamo replicato più volte il nostro impegno, per il bene dei lavoratori, ad accogliere la richiesta dell’ulteriore periodo di solidarietà anche ribadendo l’impegno del pieno rispetto e della piena applicazione di tutto quanto stabilito dal Contratto di Lavoro Nazionale in materia di orario di lavoro.

Tutto ciò non è bastato alle Organizzazioni Sindacali che hanno deciso di continuare nella loro determinata imposizione di “paletti” e a rifiutare la firma di un accordo a portata di mano, stesso accordo già firmato dalle parti sindacali negli ultimi due giorni su altri tre ipermercati Conad (Campobasso, San Severo e Manfredonia).

Trattative ed incontri proseguiranno dunque nei prossimi giorni. A breve si sapranno le decisioni prese. Resta dunque alta l’attenzione a riguardo.

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