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Vasto aderisce al progetto 'Sprar', chiesta chiarezza al sindaco

L'intervento del gruppo cittadino del Movimento 5 Stelle sulla base degli ultimi provvedimenti della Giunta

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Il Movimento 5 Stelle Vasto chiede chiarimenti alla Giunta Menna sul sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR).

Cos’è successo durante quest’anno per indurre la Giunta Menna a cambiare posizione sullo Sprar?

Lo scorso 28 dicembre, il Comune di Vasto ha aderito al sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati di cui al Decreto del Ministero dell’Interno del 10 agosto 2016, pur avendolo già fatto nel febbraio 2016 (sulla base del D.M. Interno del 7 agosto 2015) attraverso una delibera nella quale si legge: ”…di autorizzare la partecipazione di questo Ente all’avviso di cui all’oggetto, allo scopo di richiedere il finanziamento utile alla realizzazione della proposta progettuale prevista per n. 50 posti complessivi, individuando le strutture già in uso del Consorzio Matrix”.

In data primo giugno 2016 il progetto viene ammesso a finanziamento per euro 1.013.250,00, dei quali euro 58.934,27 del Consorzio Matrix. Ad ottobre la Giunta rinuncia al progetto presentato da Matrix e ai fondi già stanziai dal Ministero, salvo poi aderire nuovamente allo Sprar in dicembre, dovendo indire, questa volta, un bando per trovare un ente di supporto che presenti un progetto entro il 31 marzo 2017.

Qual è, dunque, la vera ragione che ha indotto l’Amministrazione a rinunciare al finanziamento ottenuto lo scorso giugno? E’ parso, forse, troppo azzardato portare avanti un progetto nel quale il soggetto attuatore, il Consorzio Matrix, era stato individuato senza ricorrere ad una selezione attraverso procedure espletate nel rispetto della normativa di riferimento, così come previsto dall’art. 5 del D.M. 7/8/2015? C’è, inoltre, un aspetto importante da considerare: mentre con il D.M. del 2015 gli Enti Locali che presentavano i progetti potevano destinare allo Sprar percentuale minima del 70% di posti complessivi disponibili nelle strutture di accoglienza, con il D.M. del 2016 la percentuale diventa “non superiore al 30% dei posti complessivi disponibili per l’accoglienza delle persone presenti sul proprio territorio”. Sarà, forse, per i giochi dei numeri che si è ritenuto meno conveniente dar corso al primo progetto, già finanziato, in favore di un nuovo progetto tutto da rifare?  

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