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''MUSICHE IN CORTILE'', DI SCENA IL PAOLO FRESU QUINTET

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Questa sera, 7 agosto, nell'ambito della rassegna ''Musiche in cortile'', si esibirà il Paolo Fresu Quintet. L'appuntamento è fissato alle ore 21,30 presso il cortile di Palazzo D'Avalos. Paolo Fresu è un artista che gira spesso l'Italia con la sua musica, unendo talvolta il fascino del jazz alla suggestione letteraria: si pensi alla sua recente esibizione pescarese nell'ambito della rassegna ''Moving in the city'', dove ha accompagnato con la sua tromba una rappresentazione teatrale intitolata ''Kubeia''. D'altronde, non scopriamo certo oggi che la musica può essere anche poesia, e le belle parole possono tramutarsi in gradevoli melodie. Dicevamo che Fresu suona spesso live, come un moderno cittadino del mondo: non è un caso, allora, se un suo recente lavoro - realizzato proprio con il suo Quintet - si chiama 'Kosmopolites', che - nelle intenzioni espresse sulle stesse note del disco - vuole essere la testimonianza di un 'viaggio' musicale condiviso da venti anni. L'album dà proprio l'impressione di un excursus sonoro, appannaggio di tutto l'ensemble che gli dà vita, fluidamente amalgamato in una sarabanda di suoni, atmosfere e dissonanze dai mille intensi, accesi colori. Le tracce in scaletta sembrano tutte frammenti di un unico discorso, atto a guidarci in un vero e proprio 'iter' che parte, appunto, con 'In viaggio', spumeggiante quanto contenuto episodio che introduce nei meandri del jazz più sanguigno, quello fatto di trombe accattivanti e spazzole suadenti. Si passa poi attraverso due 'Spazi Provvisori' (cioè divisi in due parti) che danno davvero il senso di qualcosa di precario e passeggero, dove tuttavia la precarietà è serena, come fosse l'accettazione di una condizione esistenziale. Si avverte la prossimità con 'In stretta vicinanza', dove l'idea della contiguità è data dal pianoforte che solo inizialmente 'scappa' ed è fuggente, ma subito dopo si assesta, per tutto il pezzo, in una posizione di affinità con l'ascoltatore. Proseguendo nel percorso di 'Kosmopolites', ci si guarda 'Negli occhi' con un assemblaggio di una profondità estrema, spostandosi, già al motivo successivo, verso le inebrianti 'visioni' di 'Visions'. Anche gli 'Echoes' sono ripartiti in due differenti momenti, comunicando sensazioni vigorose su piani distinti. La scaletta si chiude con 'Lascia ch'io pianga' di Haendel, resa con maestria e destrezza. Vasto aspetta con trepidazione questo grande artista.
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