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Connessi col dolore

Una triste sequenza di lutti per le nostre città

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Domenico e Andrea. Ancor prima Roberta e Giuseppe a Vasto, per non dire di Luciano a San Salvo, che non ha smesso di piangere pure per Fabrizio. Anche se, in questo caso, la strada non c’entra.

E’ uno scorcio d’anno orribile e triste per la tragica sequela di morti che hanno funestato le nostre contrade. ù

Giovani le vittime, tutte ed è questo particolare che accresce lo strazio. Alla vigilia dei funerali di Andrea e Domenico, nella parrocchia di San Marco, Vasto è come stordita dal succedersi dei lutti. Famiglie fino a quel punto serene, all’improvviso prostrate da un dolore che brucia, inconsolabile. Palloncini che volano ogni volta nel cielo, striscioni pieni di frasi struggenti d’addio, fiori che spuntano sempre più numerosi sui luoghi dell’ultima disgrazia. L’ultima, già, ma fino a quando? Consentiti gli scongiuri di rito.

No, non vuol essere questo il solito sermone, l’invito alla prudenza, il monito contro il bicchiere di troppo o il selfie scattato in macchina, durante la guida. Già, c’è pure chi lo fa, sentendosi invincibile, una scommessa con la vita per dire che, quando si è giovani, tutto o quasi può diventare lecitamente trasgressivo. Queste righe sono soltanto un grido di dolore, l’ennesimo e sommesso, per dire basta. Ci mancavano pure questi lutti, troppi, nel giro di appena un mese, a togliere il fiato ai già drammatici eventi della storia: Andria e Corato, Nizza, Istanbul, Baton Rouge.

Immersi come siamo nella cronaca, connessi col dolore, assistiamo impotenti al concatenarsi dei fatti. Sempre più drammaticamente devastanti. Basta, allora, fermiamo il destino: chi crede in Dio invochi la protezione divina sulle nostre città e i nostri giovani, gli altri moltiplichino gli sforzi per rendere più sicuri strade e divertimento. Si può fare.

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