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Scocca l'ora della Freccia

Per tre mesi a Vasto-San Salvo la fermata del treno veloce. Occasione da non fallire

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Scocca l’ora della Frecciabianca. Domenica 12 giugno, con la cerimonia d’accoglienza, nel pomeriggio, lo scalo ferroviario di Vasto – San Salvo torna a vita nuova. La programmata sosta di due convogli veloci a lunga percorrenza, uno in arrivo da Milano, l’altro in partenza da Lecce per la metropoli lombarda, pare destinata a ridare dignità a due cittadine turistiche, Vasto e San Salvo, da tempo tagliate fuori dalle fermate dei treni che contano. Merito della Dmc, va detto subito, l’associazione di operatori turistici che, con pervicacia, ha premuto sui Comuni, sulle istituzioni e su Trenitalia, per ottenere il risultato sperato. E’ grazie a una sessantina di testardi operatori, che ci hanno messo faccia e risorse, se, alfine, la società di trasporto ha detto sì. Ma, si badi bene, a condizioni precise: la fermata, insomma, che nell’orario estivo compare dal 12 giugno al 17 settembre, è cosa fatta, gli albergatori hanno fatto le loro proposte, con sconti a quei villeggianti che, nella stazione del Basso Abruzzo, scenderanno per fermarsi e fare le vacanze. Ma, sì, c’è un ma: l’estate passa in fretta e, per far sì che non si tratti di un qualcosa di assai effimero, per fermarsi anche in autunno e nel resto dell’anno, la Frecciabianca avrà bisogno di viaggiatori anche del nostro territorio: almeno 22 al giorno, prevede l’ingegner Luciano De Nardellis, che coordina la Dmc “Costiera dei Trabocchi”. Fattibile? Credo di sì, visti i tanti business men in viaggio da e per Bologna e Milano, senza dimenticare gli universitari. L’iniziativa, però, andrà sostenuta nel tempo, non potrà ridursi a un brindisi alla stazione, magari vestita a festa per la circostanza. I Comuni, dunque, ma non solo, dovranno fare la loro parte, così come la Regione: tutti assieme sono andati più volte a Roma, i nostri amministratori, strappando il fatidico sì. Ora viene la parte più difficile: uno scalo in ordine, pulito, con un piazzale bello da vedere e, soprattutto, teppisti e ladruncoli da tenere alla larga. E poi l’accoglienza quotidiana, i taxi e i bus sempre pronti, un sorriso e una risposta per chi, magari straniero, capisca di sentirsi subito a casa. Ecco, sento parlare di marketing territoriale e mi chiedo: siamo pronti? I servizi saranno all’altezza? E non parliamo della biglietteria della stazione, visto che quella, ormai, non è presidiata che per poche ore al giorno. Impegni precisi, insomma, un minimo d’attenzione per non veder fallire l’esperimento. Altrimenti sarebbe un boomerang. I gestori di hotel e B&B ci hanno scommesso: facciamo in modo che la Frecciabianca sia un’occasione per aggiungere un tassello importante all’offerta turistica e non solo. Facciamo che non si trasformi come in quello sceneggiato tv con Aldo Reggiani e Loretta Goggi, che, come ricorda il testo della canzone, faceva così: “La Freccia Nera fischiando si sca-glia/ è la sporca canaglia/ che il saluto ti dà”.

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