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DONAZIONE VOLONTARIA DEL SANGUE, COLAMARTINO: ''SERVE MAGGIORE IMPEGNO''

a cura della redazione
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''La promozione della donazione volontaria, non remunerata del sangue dovrebbe essere riconosciuta dalle autorità governative e sanitarie come un vero e proprio programma socio-sanitario di sanità pubblica per la cui realizzazione si rendono necessari specifici interventi di carattere istituzionale, legislativo, organizzativo e finanziario ed un approccio multi-disciplinare e interdisciplinare''. Lo ha detto, a Vasto, nel corso dei lavori del convegno sul progetto ''Adriblood'' svoltosi nella sala consiliare del Comune, il dottor Pasquale Colamartino, responsabile del Centro Trasfusionale di Vasto, già presidente nazionale dell'Avis. ''Le informazioni ed i dati attualmente disponibili - ha aggiunto - evidenziano con chiarezza il mancato raggiungimento degli obiettivi di autosufficienza del sangue attraverso la donazione volontaria non remunerata in alcuni Paesi dell'Adriatico Orientale. Ed una delle principali ragioni che hanno determinato questa situazione è costituita dalla insufficiente partecipazione dei cittadini ai programmi di donazione periodica, volontaria, non remunerata del sangue. Questa situazione ha comportato come conseguenza il ricorso, in alcuni casi, all'utilizzo di donatori occasionali o peggio ancora di donatori pagati, che rappresentano il maggiore rischio di malattie trasmissibili attraverso la trasfusione di sangue. A mio avviso - ha rimarcato Colamartino - la promozione della donazione volontaria dovrebbe essere inserita a pieno titolo nell'ambito dei programmi sanitari nazionali ed internazionali per la promozione della salute dei cittadini, come avviene ad esempio per la lotta al tabagismo, all'abuso di alcol, all'impiego di droghe, per la promozione di stili di vita corretti per la salute e per la prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili''.
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