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Le trivelle viste da vicino

In occasione del referendum del 17 aprile siamo andati a vedere cosa c'è a largo del nostro mare

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Domenica 17 aprile si terrà il Referendum che propone l’abrogazione della norma che concede di protrarre le concessioni per estrarre idrocarburi entro le 12 miglia nautiche dalla costa italiana fino al completo esaurimento della vita utile dei giacimenti.

Ma cosa cambia per il vastese, con il Referendum di domenica 17 aprile?

Innanzi alle nostre coste, ci sono ben tre piattaforme, per l’estrazione di olio (petrolio). Sono le piattaforme Rospo A, Rospo B e Rospo C. Tutte rientrano nel limite delle 12 miglia. Sarebbero dunque interessate dal Referendum di domenica, la cui vittoria del SI', ne provocherebbe la chiusura ed il completo smantellamento e bonifica dell'area, entro il termine concesso, il 9 marzo 2018, se vincesse il NO potrebbero continuare ad estrarre fino al completo esaurimento dei pozzi, con la possibilità di costruire nuovi impianti.

Le tre piattaforme sono collegate a 31 pozzi, da cui viene estratto petrolio e questi collegati alla nave cisterna Alba marina, che funge appunto da serbatoio. Da questa viene prelevato il greggio attraverso un sistema di tubature. (come è possibile vedere dalle foto in allegato).

Il 22 gennaio 2013 la rottura di una d’esse provocò lo sversamento in mare di circa 1000 litri di olio, con l’intervento di mezzi aerei della Capitanerie di porto e la predisposizione di panne antinquinamento.(leggi)

La Edison (con il 61,7175%) concessionaria con l’Eni (con il 38,2825%), dei giacimenti, allora negò qualunque sversamento in mare, affermando che dalle analisi fatte, ciò che era stato visto in mare, non erano idrocarburi, ma di "materiale organico e residui di vegetazione". (leggi)

La concessione di estrazione risale al 1978, è da allora che le tre piattaforme, nate nel corso di un decennio, sono innanzi alle nostre coste, quasi 40 anni.

La vittoria del SI comporterebbe dunque, lo smantellamento di questo sistema complesso posto al largo delle nostre coste, la vittoria del NO o l’astensione ne concederebbe la fruizione fino al completo esaurimento dei pozzi, con la possibilità di costruire nuovi impianti.

Siamo andati a largo della nostra costa, in quello specchio di mare, nel rispetto delle distanze marine, a documentare ciò che è una piattaforma, il modo in cui il greggio viene estratto e trasportato, cercando di dare informazioni utili alla comprensione di un Referendum che al di là dei tecnicismi, in caso di vittoria del SI, comporterebbe indubbiamente un cambio della politica energetica del nostro Paese.

Riprese di Marco Sciullo

Foto di Nicola Palma Ucci

 

 

 

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