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Contratti di solidarietà ancora da sostenere, l'appello di Marcovecchio

Il presidente della Pilkington Italia scrive a parlamentari e rappresentanti politici del territorio

redazione
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Si rivolge a parlamentari abruzzesi e ai rappresentanti delle forze politiche del territorio Graziano Marcovecchio, presidente della Pilkington Italia, principale realtà industriale del territorio del Vastese. 

Una lettera aperta per sollecitare l'operazione di rifinanziamento dell’integrazione supplementare del 10% dei contratti di solidarietà così come sembrerebbe in corso altrove.

"Nel leggere la stampa economica specializzata dello scorso sabato 9 gennaio - scrive Marcovecchio -, si intravedono possibili integrazioni salariali ai contratti di Solidarietà Difensiva, in essere prima della riforma sugli ammortizzatori sociali dello scorso 24 settembre, e rese a favore di alcune Società e Gruppi in Italia, con il riconoscimento, forse già avvenuto in qualche sito e Regione, dell’integrazione del 10% supplementare, nonché di nuove idee in corso da parte di alcuni parlamentari, per ottenere il medesimo riconoscimento su altri siti produttivi in altri territori.

Come è noto, la Legge di Stabilità 2016, appena approvata, non ha legiferato per il prolungamento dell’integrazione salariale elevata al 70% invece che al 60%, nemmeno per i contratti in essere e stipulati ante riforma.

Non sto qui a ricordare, perché a tutti nota, l’importanza dei Contratti di Solidarietà, in corso di utilizzo in numerose aziende, compresa la nostra, vissuti come importante strumento di gestione del perdurare della crisi industriale e produttiva in cui versano tante aziende, piccole, medie o grandi che siano, del nostro territorio, seppur in un contesto migliore rispetto al 2012 che vedeva il primo anno di utilizzo di questo strumento.

Oggi, è da tutti riconosciuto essere questo un valido processo che consente di continuare a difendersi contro il perdurare di condizioni economiche di tutti i mercati non ancora ottimali, evitando rilevanti uscite dal mondo del lavoro di forte impatto sociale, nonché di ripartire su tutti i lavoratori i sacrifici di lavorare anche meno ma cercando di lavorare tutti.

L’attuale mancata riproposizione integrativa per tutte le aziende coinvolte, da una parte comporterebbe sacrifici maggiori rispetto alla perdita di retribuzione reale, aggravando ancor più, come scontata conseguenza, i livelli di reddito dei lavoratori e la capacità di consumo degli stessi, cosa importante per ricreare il circolo virtuoso della crescita, e dall’altra vedrebbe, stante le notizie apprese, riconoscere diritti solo ad alcune Regioni o solo ad alcuni settori produttivi.

Anche le aziende, pur non costituendo tale aggravio un danno diretto alle stesse, troveranno, come ovvio, difficoltà crescenti a gestire le eccedenze di manodopera. Lo sforzo continuo che stiamo facendo è quello di utilizzare il meno possibile il ricorso a questi ammortizzatori sociali, ed in parte ci stiamo riuscendo, ma finché in essere, questi istituti sono meritevoli di sostegno e senso di priorità.

Pertanto, rivolgo un invito forte ai Parlamentari della Regione, al Presidente della Regione e a tutte le Istituzioni di adoperarsi nelle dovute sedi, ciascuno per le proprie competenze, per cercare di rifinanziare l’integrazione supplementare del 10% così come sembrerebbe in corso altrove. Tutti sappiamo, e non certo tacciamo ai nostri Onorevoli Parlamentari, di essere consapevoli che esistono vincoli di Bilancio dello Stato di cui tenere conto ma vogliamo convincerVi che, nella scala delle priorità, necessità come queste sono tra le più importanti.

Nel passato, appelli simili andarono a buon fine e non certo per merito di chi scrive, ma solo grazie all’impegno di tutti, soprattutto nel cogliere e capire l’importanza che rivestono problematiche come queste: l’augurio è che sia ancora così, anche questa volta, o che comunque si faccia di tutto per dire almeno di averci provato fino in fondo".

 

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