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Abuso in atti d'ufficio, assoluzione in Appello per l'ex dirigente Alfonso Mercogliano

Ribaltata la sentenza di condanna di primo grado emessa nel 2014 dal Tribunale di Vasto

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E’ stato assolto con formula ampia dal reato di abuso in atti d’ufficio per una vicenda giudiziaria che gli costò una condanna ad otto mesi e la sospensione dalle funzioni dirigenziali.

La Corte d’Appello dell’Aquila – presidente Catelli, a latere Flamini e Tancredi – ha riformato la sentenza di primo grado emessa nel luglio 2014 dal Tribunale di Vasto a carico dell’avvocato Alfonso Mercogliano e ha condannato le parti civili (Valeria De Vincentis e Elio Ciancio) al pagamento delle spese processuali.

I giudici aquilani hanno certificato la correttezza dell’operato dell’ex dirigente finito sulla graticola per una rimessa di attrezzi agricoli che aveva tutte le caratteristiche di una abitazione. Secondo i denuncianti Mercogliano avrebbe favorito il proprietario del manufatto per non avere ordinato la demolizione delle opere realizzate abusivamente.

“In realtà la procedura era stata avviata”, ricorda l’avvocato Nicola Mastrovincenzo, difensore dell’ex dirigente comunale, “ma era stata sospesa dopo la presentazione di una richiesta di sanatoria”.

Oltre al clamore mediatico la vicenda giudiziaria ebbe uno strascico piuttosto pesante. A distanza di due mesi dalla condanna il sindaco Luciano Lapenna, incalzato dalle minoranze, firmò un decreto di sospensione (successivamente impugnato davanti al giudice ordinario che si deve ancora pronunciare), in seguito al quale Mercogliano tornò a svolgere le sue originarie funzioni di legale nell’avvocatura comunale. Ora ha tutte le carte in regola per tornare a fare il dirigente, tanto più che in Comune le figure dirigenziali si sono ulteriormente ridotte dopo il recente pensionamento dell’ingegner Roberto D’Ermilio. L’incarico, però, è a termine, essendo legato al mandato amministrativo del sindaco Lapenna.

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