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Giovane migrante stroncato da un malore: 'Popolazione generosa'

La cooperativa Matrix sottolinea le donazioni per il rimpatrio della salma

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Il Consorzio Matrix, in qualità di Ente Gestore dei Centri Temporanei di Accoglienza sorti nella Provincia di Chieti, oltre ad esprimere il suo cordoglio per quanto accaduto in questi giorni presso la struttura di Schiavi di Abruzzo, vuole manifestare la non indifferente commozione provata dinnanzi al gesto di solidarietà e imprescindibile umanità mostrata da tutta la popolazione schiavese, nonché dai colleghi operativi nella suddetta Struttura.

Il Consorzio Matrix ha già concordato tutte le procedure necessarie per il rimpatrio dell’ospite di concerto con la Prefettura di Chieti sia da un punto di vista operativo che economico, perché intende assisterlo fino alla fine della sua permanenza in Italia, allo stesso modo in cui è stato accolto.

La donazione pervenuta dalle persone che hanno espresso il loro sostegno e la vicinanza alla Famiglia del defunto, verrà inviata eventualmente alla stessa o comunque utilizzata per opere di solidarietà rivolte alle persone migranti da concordare proprio con i benefattori.

Si rinnova la gratitudine per il gesto completamente spontaneo della popolazione locale, un gesto con più significati, perché per gli addetti ai lavori non vuol dire solo vicinanza ad una Famiglia lontana e con modeste risorse, cui verrà dato l’onore di poter ri-accogliere il proprio figlio nella sua Terra, ma anche vicinanza agli ospiti e a chi lavora con loro, compagni di viaggio di Ebrima, che in questi giorni sono stati bersaglio di chi non ha il minimo rispetto per la dignità degli esseri umani, alimentando soltanto il pruriginoso di chi cerca il "trash autentico" a tutti i costi e confermandosi ridicolo.

Le persone che direttamente o indirettamente ci hanno contattato in questi giorni, con i loro gesti, ci ricordano quanto sia dignitoso il popolo italiano e il vero significato dell’accoglienza. Lo straniero fa paura se non lo si conosce, ma gli schiavesi non hanno avuto paura di entrare in contatto con la popolazione migrante e questi ragazzi sono diventati loro fratelli e loro figli. E la loro attenzione alla vita della Struttura lo dimostra.

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